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Ricorso inammissibile: quando è meramente reiterativo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28000/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che un motivo meramente reiterativo porta a una condanna per le spese processuali e al pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative per chi presenta un ricorso privo di nuovi elementi giuridici.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze di un’impugnazione ripetitiva

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole procedurali. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce le severe conseguenze di un ricorso inammissibile perché basato su motivi meramente ripetitivi. Questa decisione serve da monito: non basta insistere sulle proprie ragioni, è necessario presentare argomentazioni valide e, soprattutto, nuove.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello, pronunciata in seguito a un giudizio di rinvio. Quest’ultimo è una fase particolare del processo in cui la Cassazione, dopo aver annullato una precedente decisione, rimanda gli atti a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione, ma limitatamente a specifici punti. L’imputato, tuttavia, ha proposto ricorso basandosi esattamente sulla stessa censura che era già stata adeguatamente esaminata e respinta dal giudice del rinvio.

La Decisione della Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le pretese del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione è netta e precisa: il motivo presentato era “meramente reiterativo”. In altre parole, il ricorrente non ha fatto altro che ripetere le stesse argomentazioni già vagliate e disattese dalla Corte territoriale, senza introdurre alcun nuovo profilo di critica o elemento giuridico che potesse giustificare un ulteriore esame di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine della procedura penale: l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza o per genericità dei motivi. Un motivo è considerato “meramente reiterativo” quando non si confronta criticamente con la decisione impugnata, ma si limita a riproporre le doglianze già espresse e giudicate. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una risposta logica e giuridicamente corretta alle censure del ricorrente, come evidenziato nella sua sentenza. Insistere sullo stesso punto senza confutare le argomentazioni del giudice del rinvio equivale a un abuso dello strumento processuale.

La conseguenza di tale inammissibilità non è solo la chiusura del procedimento, ma anche una condanna economica. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha giustificato questa sanzione richiamando la sentenza n. 186/2000 della Corte Costituzionale, secondo cui non si può ritenere che chi propone un ricorso palesemente inammissibile lo faccia senza colpa. L’errore nel determinare la causa di inammissibilità è quindi attribuibile al ricorrente, che deve sopportarne le conseguenze.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: il ricorso non è una terza istanza di merito dove ridiscutere i fatti. È un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge. Proporre un ricorso inammissibile perché ripetitivo non solo è inutile ai fini del processo, ma comporta anche un esborso economico significativo. Questa decisione rafforza la funzione nomofilattica della Cassazione, scoraggiando impugnazioni dilatorie e garantendo che solo questioni giuridiche rilevanti e correttamente formulate giungano al suo esame.

Cosa significa che un ricorso è meramente reiterativo?
Significa che l’atto di impugnazione si limita a ripetere le stesse argomentazioni e censure che sono già state presentate, esaminate e respinte in una fase precedente del processo, senza aggiungere nuovi elementi di fatto o di diritto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, da versare alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione.

Perché viene inflitta una sanzione pecuniaria oltre al pagamento delle spese?
La sanzione viene inflitta perché si presume che il ricorrente sia in colpa per aver causato l’inammissibilità, presentando un’impugnazione priva dei requisiti minimi di legge, in base a quanto stabilito dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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