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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice reiterazione di quelli già respinti in appello. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla misura della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per vizi di legge.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Limiti dell’Appello

Quando si impugna una sentenza, è fondamentale comprendere le regole del gioco. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione (Ordinanza n. 9994/2024) ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa nascere dalla semplice ripetizione di argomenti già discussi. Analizziamo questa decisione per capire quali sono i requisiti di specificità richiesti per un valido ricorso e quali sono i poteri del giudice nella determinazione della pena.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, condannato nei primi due gradi di giudizio, ha deciso di portare il caso davanti alla Suprema Corte, lamentando principalmente due aspetti: la mancata ammissione di una prova ritenuta decisiva e l’eccessiva severità del trattamento sanzionatorio applicato.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Corte

L’imputato ha basato il suo ricorso su due motivi principali:

1. La mancata assunzione di una prova decisiva: Si contestava il fatto che i giudici di merito non avessero considerato una dichiarazione relativa all’avvenuto rimborso del danno causato.
2. La violazione di legge sul trattamento sanzionatorio: Si lamentava un’errata graduazione della pena da parte dei giudici.

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio perché.

Il Ricorso Inammissibile per Genericità e Ripetizione

Il primo motivo è stato considerato ‘indeducibile’. La Corte ha spiegato che le argomentazioni presentate non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ di quelle già esposte e puntualmente respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione non può essere una semplice fotocopia dell’atto di appello. Deve, invece, contenere una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza impugnata. Se i motivi sono solo ‘apparenti’, cioè non si confrontano realmente con la decisione del giudice precedente, il ricorso non adempie alla sua funzione e viene dichiarato ricorso inammissibile.

La Discrezionalità del Giudice nella Determinazione della Pena

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile e manifestamente infondato. La Suprema Corte ha ricordato un principio consolidato: la determinazione della pena, la sua graduazione, l’applicazione di aumenti o diminuzioni per le circostanze aggravanti e attenuanti, rientrano nella piena discrezionalità del giudice di merito. Questo potere deve essere esercitato nel rispetto dei principi stabiliti dagli articoli 132 e 133 del codice penale. In sede di legittimità, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo verificare che la decisione sia stata motivata in modo logico e conforme alla legge. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse adeguata.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono nette. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano privi dei necessari requisiti di specificità. Il primo motivo era una mera ripetizione di argomenti già valutati e disattesi, senza aggiungere alcuna critica argomentata alla sentenza d’appello. Il secondo motivo, relativo alla quantificazione della pena, si risolveva in una richiesta di riesame del merito, preclusa in sede di legittimità. La Corte ha sottolineato che la discrezionalità del giudice di merito nella commisurazione della pena è insindacabile se esercitata entro i limiti di legge e supportata da una motivazione congrua, come avvenuto nel caso in esame.

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce l’importanza di redigere atti di impugnazione specifici e pertinenti. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Per gli operatori del diritto, questa ordinanza è un monito a non limitarsi a riproporre le stesse difese, ma a costruire un’argomentazione critica e mirata contro la specifica decisione che si intende impugnare.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una mera e pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e respinti, senza contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza che si impugna.

È possibile contestare in Cassazione la quantità della pena decisa dal giudice?
No, la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, a meno che non vi sia una manifesta violazione di legge o una motivazione illogica. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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