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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3940/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto i motivi presentati erano una semplice ripetizione di quelli già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo è di giudice di legittimità e non può riesaminare i fatti del processo. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti dell’impugnazione

L’ordinanza n. 3940/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, sanzionando la pratica di riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito. Questo caso evidenzia come un ricorso inammissibile non sia solo un errore procedurale, ma una strategia difensiva inefficace che comporta conseguenze negative per il ricorrente. Comprendere i confini tra critica argomentata e mera ripetizione è fondamentale per chiunque si avvicini al giudizio di legittimità.

I Fatti alla Base del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Catania. Il ricorrente contestava la correttezza della motivazione che fondava il giudizio di responsabilità a suo carico, sostenendo che gli elementi addotti fossero solo apparenti e non specifici.

La Questione del Ricorso Inammissibile e la Reiterazione dei Motivi

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di una ragione precisa e consolidata in giurisprudenza: i motivi presentati non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelli già dedotti in appello. In altre parole, il ricorrente si è limitato a riproporre le medesime censure già esaminate e puntualmente respinte dalla Corte di merito, senza sviluppare una critica specifica e argomentata contro le ragioni della decisione impugnata.

Il ruolo della Corte di Cassazione come Giudice di Legittimità

La decisione sottolinea un principio cardine del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Questo significa che il suo compito non è quello di ricostruire la vicenda o di fornire una nuova valutazione dei fatti. Al contrario, la sua funzione è quella di assicurare la corretta interpretazione e applicazione della legge.

È preclusa alla Suprema Corte la “rilettura degli elementi di fatto” o “l’autonoma adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione”. Un ricorso che, di fatto, chiede ai giudici di Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono state nette e in linea con un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno rilevato che la Corte d’Appello aveva motivato in modo congruo e completo sia sulla ricostruzione dei fatti sia sull’infondatezza dei rilievi difensivi. Il ricorso, non confrontandosi realmente con tali argomentazioni, è stato considerato privo della specificità richiesta dalla legge. I motivi sono stati giudicati “soltanto apparenti” perché non assolvevano alla funzione tipica dell’impugnazione, ovvero quella di una critica mirata e argomentata contro la sentenza di secondo grado.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conclusione della Corte di Cassazione è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Tale decisione comporta due conseguenze dirette per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa pronuncia serve da monito: un ricorso per cassazione deve essere un atto processuale tecnicamente elaborato, che si confronti in modo critico con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando vizi di legittimità specifici. La semplice riproposizione delle argomentazioni difensive già esaminate nei precedenti gradi di giudizio non solo è inutile, ma espone anche a sanzioni economiche.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene considerato inammissibile quando è fondato su motivi che si risolvono nella mera ripetizione di quelli già dedotti in appello e respinti, o quando chiede al giudice di legittimità una nuova valutazione dei fatti, compito che non gli spetta.

Cosa significa che un motivo di ricorso è una ‘pedissequa reiterazione’?
Significa che il motivo è una riproposizione letterale e acritica di argomentazioni già presentate nel grado di giudizio precedente, senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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