LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 167/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché le doglianze presentate erano una semplice ripetizione di quelle già respinte in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. L’appello si basava sulla presunta tardività delle querele, ma è stato considerato generico. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Boccia la Semplice Ripetizione dei Motivi d’Appello

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso basato sulla mera riproposizione delle stesse argomentazioni già respinte in appello è destinato a essere dichiarato un ricorso inammissibile. Questa pronuncia offre spunti cruciali sull’importanza della specificità dei motivi di ricorso e sulle conseguenze di un’impugnazione puramente formale.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, lamentava la tardività e la non rituale presentazione delle querele da parte delle persone offese, un motivo che era già stato sollevato e rigettato nel precedente grado di giudizio. La difesa, quindi, riproponeva in Cassazione le medesime censure, senza tuttavia confrontarsi specificamente con le argomentazioni giuridiche con cui la Corte d’Appello le aveva motivatamente disattese.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno qualificato i motivi presentati come una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già dedotti in appello. Secondo la Corte, un’impugnazione di questo tipo è priva della necessaria specificità, poiché non adempie alla sua funzione essenziale: quella di una critica argomentata e mirata contro la decisione che si intende contestare. In assenza di una reale confutazione delle ragioni esposte dalla Corte di merito, il ricorso diventa solo ‘apparente’, ovvero formalmente esistente ma sostanzialmente vuoto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sul principio consolidato secondo cui il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla legittimità della decisione impugnata. Pertanto, i motivi di ricorso devono attaccare specificamente le ragioni giuridiche esposte dal giudice precedente. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente applicato la giurisprudenza in materia di decorrenza del termine per la presentazione della querela (art. 124 c.p.), facendolo decorrere non dal semplice accadimento del fatto, ma dal momento in cui la persona offesa ne ha avuto piena e completa conoscenza.

Il ricorrente, limitandosi a ripetere le proprie tesi, ha ignorato completamente questa motivazione, mancando di sviluppare un’argomentazione critica capace di incrinarne la coerenza logico-giuridica. Questa mancanza trasforma il ricorso in uno strumento inefficace, che non può essere esaminato nel merito, portando inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione di secondo grado; è indispensabile strutturare un ricorso che dialoghi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata, evidenziandone i vizi di legittimità in modo puntuale e specifico. La semplice riproposizione dei motivi d’appello non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche negative per l’imputato. La specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione, che richiede un confronto ragionato e non una sterile contrapposizione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la decisione della Corte d’Appello.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘non specifici ma soltanto apparenti’?
Significa che i motivi, pur essendo formalmente presentati, non svolgono la loro funzione tipica, ovvero quella di criticare in modo argomentato la sentenza impugnata, ma si risolvono in una sterile ripetizione di censure già esaminate e respinte.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati