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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi sono manifestamente infondati. L’analisi si concentra sulla irrilevanza di un errore materiale, sulla genericità delle censure e sulla corretta motivazione del giudice di merito riguardo la pena e le attenuanti. La decisione conferma la condanna e aggiunge il pagamento di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Analisi della Cassazione sui Motivi Manifestamente Infondati

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi addotti siano solidi e pertinenti. Un recente provvedimento, l’ordinanza n. 37273/2024, ci offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte gestisce un ricorso inammissibile, delineando i confini tra una legittima critica alla sentenza impugnata e una serie di doglianze manifestamente infondate. Questa decisione ribadisce principi cruciali della procedura penale, evidenziando le conseguenze per chi intraprende un’azione legale senza reali presupposti.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’appellante lamentava diversi aspetti della decisione di secondo grado, tra cui un presunto travisamento delle imputazioni, l’errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (ex art. 131-bis c.p.), e un trattamento sanzionatorio ritenuto eccessivo, anche in relazione al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha ritenuto che nessuno dei motivi proposti fosse consentito dalla legge in sede di legittimità.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive, qualificandole come ‘manifestamente infondate’. L’analisi della Cassazione si è concentrata su tre aspetti principali.

Irrilevanza dell’Errore nell’Indicazione delle Imputazioni

Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse commesso un errore indicando in calce alla motivazione delle imputazioni relative a un altro procedimento. La Cassazione ha liquidato questa censura come irrilevante. Ha infatti chiarito che tale svista non ha avuto alcuna influenza sulla decisione finale, poiché la motivazione nel suo complesso era chiaramente e logicamente riferita all’imputazione corretta oggetto del giudizio.

La Genericità delle Censure sulla Pena e le Attenuanti

Un altro punto cardine del ricorso inammissibile riguardava il trattamento sanzionatorio. La difesa criticava la mancata concessione delle attenuanti generiche e il diniego della sostituzione della pena. La Suprema Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata, giuridicamente corretta e non illogica. Aveva infatti specificato gli elementi ostativi al riconoscimento delle attenuanti (pag. 4 della sentenza d’appello) e aveva giustificato il diniego della sostituzione della pena con la genericità delle argomentazioni difensive sull’attività lavorativa del ricorrente (pag. 5).

La Corretta Valutazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

Infine, per quanto riguarda la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p., la Cassazione ha evidenziato come i giudici di merito avessero già vagliato e disatteso tale richiesta con argomenti corretti. La Corte d’Appello aveva infatti considerato il contesto delittuoso specifico in cui il reato era stato commesso per escludere la particolare tenuità del fatto, compiendo una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, adeguatamente motivata.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito importante: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio dove si possono riproporre le stesse questioni di fatto già esaminate e decise nei gradi di merito. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è necessario presentare censure che attengano a vizi di legittimità della sentenza (come violazioni di legge o vizi manifesti della motivazione), e non semplici critiche sulla valutazione delle prove o sulla commisurazione della pena, se queste sono supportate da un ragionamento logico e coerente da parte del giudice. La conseguenza di un ricorso infondato non è solo la conferma della condanna, ma anche un’ulteriore sanzione economica a carico del ricorrente.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, ad esempio perché sono manifestamente infondati, ovvero palesemente privi di fondamento giuridico, o perché ripropongono questioni di merito già adeguatamente valutate dai giudici dei gradi precedenti.

Un errore materiale nella motivazione di una sentenza la rende automaticamente nulla?
No. Secondo questa ordinanza, un’erronea indicazione in calce alla motivazione (in questo caso, riferita ad altre imputazioni) è considerata irrilevante se non ha avuto alcuna influenza sulla decisione, la quale risulta chiaramente basata sull’imputazione corretta e discussa nel corpo della motivazione stessa.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei necessari presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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