LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché le censure del ricorrente, relative alla mancata consegna di un foglietto illustrativo di un farmaco, sono state ritenute manifestamente infondate e una mera ripetizione di argomenti già esaminati in precedenza. La Corte ha confermato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione sulla Manifesta Infondatezza

Quando un’impugnazione viene presentata davanti alla Corte di Cassazione, deve superare un vaglio di ammissibilità prima che i giudici ne esaminino il merito. Un’ordinanza recente ha ribadito i criteri che portano a dichiarare un ricorso inammissibile, specialmente quando le argomentazioni appaiono manifestamente infondate e riproduttive di censure già esaminate. Il caso specifico riguardava la lamentela di un detenuto per la mancata consegna del foglietto illustrativo di un farmaco.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un decreto del Giudice di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva già dichiarato inammissibile un reclamo del ricorrente, concernente la presunta violazione dei suoi diritti da parte dell’amministrazione penitenziaria. In particolare, il ricorrente lamentava la mancata consegna del cosiddetto ‘bugiardino’ di un farmaco che gli era stato prescritto e somministrato.

A suo dire, tale omissione costituiva una violazione delle norme dell’ordinamento penitenziario e del diritto alla salute, tutelato dall’art. 32 della Costituzione. Il Giudice di Sorveglianza aveva però rigettato il reclamo, ritenendolo infondato.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea come l’accesso alla giustizia non possa tradursi in un abuso dello strumento processuale attraverso la proposizione di ricorsi privi di fondamento giuridico.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, ha qualificato le censure del ricorrente come manifestamente infondate. I giudici hanno evidenziato che la mancata consegna del foglietto illustrativo era un fatto ininfluente ai fini della presunta violazione dei diritti. Si è ritenuto infatti inverosimile che una persona, che aveva richiesto a lungo un determinato farmaco, non ne conoscesse gli effetti. Inoltre, la prescrizione medica stessa deve necessariamente includere le indicazioni sulle modalità di assunzione, rendendo il ‘bugiardino’ un elemento non essenziale in quel contesto.

In secondo luogo, la Corte ha rilevato che le doglianze presentate nel ricorso erano meramente riproduttive di quelle già adeguatamente esaminate e respinte dal Giudice di Sorveglianza nel provvedimento impugnato. La legge processuale, in particolare l’art. 666, comma 2, del codice di procedura penale, prevede che le istanze manifestamente infondate per difetto delle condizioni di legge siano dichiarate inammissibili ‘ictu oculi’, cioè a prima vista, senza necessità di un’approfondita disamina. La ripetitività delle argomentazioni, senza l’aggiunta di nuovi e validi elementi, ricade pienamente in questa casistica.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante monito sulle conseguenze della proposizione di un ricorso inammissibile. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma comporta conseguenze economiche significative per il ricorrente, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale. La condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare impugnazioni pretestuose che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Per i professionisti legali e i loro assistiti, emerge la necessità di una valutazione attenta e rigorosa dei motivi di ricorso, che devono essere specifici, pertinenti e non una semplice riproposizione di argomenti già sconfessati in gradi di giudizio precedenti. Un ricorso efficace è quello che individua vizi precisi nel provvedimento impugnato, non quello che reitera lamentele generiche o palesemente infondate.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sono state ritenute manifestamente infondate e meramente riproduttive di argomenti già vagliati e respinti nel precedente grado di giudizio.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e, se non vi sono cause di esonero, al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) alla Cassa delle ammende.

Perché la mancata consegna del foglietto illustrativo del farmaco è stata considerata irrilevante?
È stata considerata irrilevante perché i giudici hanno ritenuto difficile credere che il ricorrente, che assumeva il farmaco da tempo su sua richiesta, non ne conoscesse gli effetti. Inoltre, si presume che il farmaco sia stato prescritto con le necessarie indicazioni sulle modalità di assunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati