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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in quanto le censure proposte erano manifestamente infondate e miravano a una rilettura dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione conferma la sentenza di appello e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un Caso di Manifesta Infondatezza

L’ordinamento giuridico prevede diversi gradi di giudizio per garantire il diritto alla difesa, ma l’accesso alla Corte di Cassazione è soggetto a regole precise. Un caso recente illustra chiaramente cosa accade quando un ricorso inammissibile viene presentato perché basato su argomentazioni manifestamente infondate. La Suprema Corte, con una recente ordinanza, ha ribadito i limiti del proprio sindacato, condannando il ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. L’imputato, condannato in secondo grado, ha deciso di impugnare la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Le sue doglianze, tuttavia, non vertevano su presunte violazioni di legge, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti già esaminati nei precedenti gradi di giudizio.

L’Oggetto del Ricorso

Nel dettaglio, il ricorso si concentrava su una critica alla valutazione operata dai giudici di merito, sollecitando una “lettura alternativa” delle prove. L’appellante contestava la logicità della sentenza impugnata, sebbene questa avesse già riconosciuto e applicato le circostanze attenuanti generiche per mitigare la pena.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti come se fosse un terzo grado di processo, ma di verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Poiché il ricorso inammissibile in esame si limitava a proporre censure infondate e a chiedere una nuova valutazione delle prove, è stato rigettato.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche significative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle motivazioni, la Corte ha chiarito che le censure proposte erano “manifestamente infondate”. I giudici hanno sottolineato che la motivazione della sentenza d’appello appariva “logica e coerente”, specialmente riguardo alla mitigazione della pena attraverso il riconoscimento delle attenuanti generiche. Tentare di ottenere una diversa lettura dei fatti in sede di legittimità è un’operazione non consentita. La Corte ha richiamato consolidati orientamenti giurisprudenziali (tra cui Sez. Un. n. 12602 del 2015) che precludono la sindacabilità di valutazioni di merito se queste sono adeguatamente motivate. Le critiche del ricorrente, essendo tese a una riconsiderazione del materiale probatorio, non rientravano tra i vizi che possono essere fatti valere dinanzi alla Cassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi intende adire la Corte di Cassazione: il ricorso deve basarsi su vizi di legittimità (violazione di legge o vizi di motivazione) e non può essere uno strumento per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile e di condannare il ricorrente a una sanzione pecuniaria serve da monito contro l’abuso dello strumento processuale. L’esito del caso dimostra che un’impugnazione non adeguatamente fondata su motivi di diritto non solo è destinata al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche negative.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure in esso esposte erano considerate manifestamente infondate e miravano a sollecitare una diversa e alternativa lettura dei fatti, attività non consentita alla Corte di Cassazione che è un giudice di legittimità e non di merito.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente in caso di inammissibilità?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, sulla base di questa ordinanza, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o accogliere una lettura alternativa delle prove. Il suo ruolo è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione della sentenza impugnata, non agire come un giudice di terzo grado sul merito della vicenda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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