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Ricorso inammissibile: quando è generico e infondato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un detenuto contro il diniego di trasferimento. La Corte ha stabilito che l’appello era generico e non fondato sulla violazione di un diritto soggettivo, confermando la decisione del Magistrato di Sorveglianza e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi di Appello Generici

L’ordinanza della Corte di Cassazione in commento offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in materia di sorveglianza, sottolineando come la genericità dei motivi porti inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. Il caso specifico riguardava la richiesta di un detenuto di essere trasferito in una casa di reclusione all’aperto per svolgere attività lavorativa agricola. La decisione della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: un’impugnazione, per essere accolta, deve basarsi su argomentazioni specifiche e sulla presunta violazione di un diritto soggettivo, non su lamentele generiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal reclamo presentato da un detenuto avverso la decisione dell’amministrazione penitenziaria di non accogliere la sua richiesta di trasferimento. L’obiettivo del detenuto era quello di essere spostato in una struttura carceraria aperta, dove avrebbe potuto dedicarsi a lavori agricoli. L’amministrazione aveva motivato adeguatamente il proprio diniego.

Il detenuto ha quindi presentato reclamo al Magistrato di Sorveglianza, il quale lo ha rigettato, qualificandolo come generico e non attinente alla violazione di un preciso diritto soggettivo. Non soddisfatto, il detenuto ha proposto ricorso per Cassazione contro il decreto del Magistrato di Sorveglianza.

La Decisione e il Principio di Diritto sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato, richiamando una precedente sentenza (Sez. 1, n. 37298 del 24/06/2021). Il principio chiave è che il reclamo del detenuto, e di conseguenza il successivo ricorso, deve essere specifico e non può limitarsi a una generica doglianza.

La Corte ha evidenziato come il Magistrato di Sorveglianza avesse correttamente respinto il reclamo originario perché non era stato individuato alcun diritto soggettivo asseritamente violato. L’appello del detenuto si doleva del mancato trasferimento, ma non contestava in modo puntuale e giuridicamente fondato le motivazioni fornite dall’amministrazione penitenziaria.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, la Suprema Corte spiega che un ricorso inammissibile è tale quando manca dei requisiti minimi per poter essere esaminato nel merito. In questo caso, la genericità è stata l’elemento fatale. Il ricorrente non ha saputo articolare una critica specifica al provvedimento impugnato, né ha dimostrato in che modo la decisione dell’amministrazione avesse leso una sua posizione giuridica tutelata dall’ordinamento. La valutazione dell’opportunità di un trasferimento rientra nella discrezionalità dell’amministrazione, che, se esercitata con una motivazione adeguata e logica, non è sindacabile se non per vizi di legittimità chiaramente identificati.

La Corte ha quindi confermato che, in assenza di argomentazioni precise e pertinenti, l’impugnazione non può che essere rigettata in limine, senza neppure entrare nel vivo della questione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conclusione del procedimento è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità. Questa pronuncia serve da monito: le impugnazioni devono essere preparate con cura, basandosi su motivi specifici, concreti e giuridicamente rilevanti. Presentare un ricorso generico non solo è inutile ai fini del risultato sperato, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Per i professionisti del diritto, ciò rafforza la necessità di analizzare a fondo la sussistenza di un reale diritto violato prima di intraprendere la via del ricorso.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo ha ritenuto generico e non relativo alla violazione di un diritto soggettivo specifico. Il reclamo del detenuto si limitava a lamentare il mancato trasferimento senza contestare con argomenti giuridici precisi la motivazione fornita dall’amministrazione.

Cosa significa che un ricorso è ‘generico’?
Nel contesto di questa ordinanza, un ricorso è ‘generico’ quando non presenta motivi specifici di critica al provvedimento impugnato, ma si limita a una doglianza generale e non circostanziata, senza indicare quale norma di legge sarebbe stata violata o quale diritto non sarebbe stato rispettato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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