LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando è generico e infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto le motivazioni addotte dal ricorrente sono state ritenute palesemente generiche e manifestamente infondate. L’appello non contestava specificamente le ragioni della sentenza impugnata, né in merito all’affermazione di responsabilità né riguardo al trattamento sanzionatorio. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e argomentazioni specifiche. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato, sottolineando l’importanza di confrontarsi direttamente con le motivazioni della sentenza che si intende impugnare. L’analisi di questa ordinanza è fondamentale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le conseguenze di una sua reiezione per genericità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’imputato, tramite il suo difensore, ha impugnato la decisione di secondo grado, contestando sia l’affermazione della sua responsabilità penale sia il trattamento sanzionatorio che gli era stato applicato, inclusa la mancata concessione delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, giudicando l’atto di impugnazione non idoneo a provocare una nuova valutazione della vicenda. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali, che riflettono i vizi principali dell’atto di impugnazione. L’analisi delle motivazioni è cruciale per capire cosa rende un ricorso debole e destinato al fallimento.

Genericità delle Censure sulla Responsabilità

Il primo punto critico evidenziato dai giudici è la “palese genericità” del ricorso nel censurare l’affermazione di responsabilità. Secondo la Corte, il ricorrente non si è confrontato in alcun modo con le argomentazioni della sentenza impugnata. In pratica, l’atto di appello si è limitato a riproporre delle difese senza attaccare specificamente il ragionamento logico-giuridico che aveva portato i giudici d’appello a confermare la condanna. Un ricorso efficace deve, al contrario, smontare punto per punto le fondamenta della decisione precedente, dimostrandone l’erroneità.

Infondatezza delle Censure sul Trattamento Sanzionatorio

Il secondo motivo di inammissibilità riguarda le critiche mosse al trattamento sanzionatorio. Anche su questo fronte, le censure sono state giudicate “manifestamente infondate”. La Corte d’Appello aveva fornito una valutazione, ritenuta “ineccepibile” dalla Cassazione, per giustificare sia il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche sia la misura della pena inflitta. Tale valutazione si basava su elementi concreti: la mancanza di elementi favorevoli all’imputato, la gravità del fatto, l’intensità del dolo e il comportamento tenuto subito dopo la commissione del reato. Il ricorso non è riuscito a scalfire questa valutazione, risultando privo di argomenti validi per una sua riforma.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame ribadisce un principio cardine del processo penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si può ridiscutere il fatto nella sua interezza. È, invece, un giudizio di legittimità, dove si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso deve essere specifico, puntuale e criticamente orientato contro le ragioni della decisione che si contesta. Un ricorso inammissibile perché generico non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche un’ulteriore condanna economica per il ricorrente.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘generico’?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è ‘palesemente generico’ quando non si confronta in alcun modo con le ragioni della sentenza impugnata, limitandosi a presentare censure che non attaccano specificamente la struttura argomentativa della decisione precedente.

Quali elementi ha considerato la Corte per rigettare le censure sul trattamento sanzionatorio?
La Corte ha ritenuto le censure manifestamente infondate basandosi sulla valutazione della sentenza precedente, che aveva considerato la mancanza di elementi favorevoli, la gravità del fatto, l’intensità del dolo e il comportamento dell’imputato immediatamente successivo al reato.

Cosa comporta una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati