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Ricorso inammissibile: quando è generico e infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro un’ordinanza di custodia cautelare per truffa. Il primo motivo è stato ritenuto generico e una riproposizione di questioni di merito, mentre per il secondo è stata dichiarata la carenza di interesse, poiché la misura era già stata mitigata. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un’Impugnazione Generica

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede precisione e rigore tecnico. Quando un’impugnazione manca di specificità o tenta di ridiscutere il merito dei fatti, la conseguenza è spesso una declaratoria di ricorso inammissibile, con notevoli costi per il ricorrente. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 9629/2024) offre un chiaro esempio di questi principi, analizzando un caso relativo a una misura di custodia cautelare per truffa aggravata.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dall’impugnazione di un provvedimento del Tribunale del Riesame che aveva confermato la custodia cautelare in carcere per un indagato, accusato di un episodio di truffa aggravata. La difesa aveva presentato ricorso per cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Una presunta illogicità e contraddittorietà nella motivazione relativa all’origine di alcuni fotogrammi che ritraevano l’indagato nel condominio della persona offesa, sostenendone l’inutilizzabilità.
2. Un vizio di motivazione sull’attualità delle esigenze cautelari e sul rischio di recidiva, che a dire della difesa non giustificavano una misura così afflittiva come il carcere.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a una conclusione netta di inammissibilità per ragioni distinte.

Carenza di Interesse Sopravvenuta

Per quanto riguarda il secondo motivo, relativo alla necessità della custodia in carcere, la Corte ha rilevato una “sopravvenuta carenza di interesse” da parte del ricorrente. Prima dell’udienza in Cassazione, infatti, la misura cautelare originaria era già stata sostituita con una più mite e non detentiva, con conseguente liberazione dell’indagato. Avendo già ottenuto il risultato pratico desiderato (la scarcerazione), l’interesse a una pronuncia sul punto era venuto meno, rendendo inutile l’esame del motivo.

La Genericità come Causa di un Ricorso Inammissibile

Il primo motivo, relativo alla prova fotografica, è stato invece giudicato manifestamente infondato e generico. La Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non è una sede per riesaminare le prove o la logicità della valutazione del giudice di merito, ma solo per contestare vizi di legittimità, come la “manifesta illogicità” della motivazione.

La difesa si era limitata a lamentare una generica “illogicità e contraddittorietà”, senza però confrontarsi specificamente con le argomentazioni del Tribunale del Riesame né indicare quale norma processuale (come l’art. 191 c.p.p. sull’inutilizzabilità delle prove) sarebbe stata violata. Tale approccio trasforma l’appello in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione ribadendo la distinzione fondamentale tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Un ricorso inammissibile è tale quando non si attiene ai rigidi paletti stabiliti dall’articolo 606 del codice di procedura penale. Lamentare una semplice “illogicità” non è sufficiente; è necessario dimostrare che la motivazione del provvedimento impugnato sia palesemente insostenibile sul piano logico-giuridico o del tutto assente. In questo caso, il ricorso era vago e non centrava il punto, risultando in una mera riproposizione delle stesse questioni già risolte correttamente dal Tribunale del Riesame. L’assenza di un confronto critico con la decisione impugnata e la mancata indicazione di una precisa violazione di legge hanno reso il motivo generico e, di conseguenza, inammissibile.

Conclusioni

La sentenza in esame è un monito importante: il ricorso per cassazione deve essere formulato con estrema precisione. La genericità, la ripetizione di argomenti di merito o la mancata specificazione delle norme violate conducono inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. Le conseguenze non sono solo la mancata revisione del caso, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Questa decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica che sappia distinguere tra una legittima critica giuridica e un infruttuoso tentativo di rivalutazione dei fatti.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando si limita a lamentare una presunta illogicità senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni del provvedimento impugnato, non indica la precisa norma di legge che si assume violata e, di fatto, ripropone questioni di merito già decise nelle fasi precedenti.

Cosa significa “carenza di interesse” in un ricorso?
Significa che il ricorrente non ha più un interesse attuale e concreto a ottenere una decisione su un determinato punto, perché l’obiettivo principale è già stato raggiunto in altro modo. Nel caso specifico, l’imputato era già stato scarcerato, quindi il suo interesse a contestare la necessità della custodia in carcere era venuto meno.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, se si ravvisa una colpa nella proposizione del ricorso, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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