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Ricorso inammissibile: prova non decisiva e costi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo, basato sulla presunta inutilizzabilità parziale di una prova, è stato ritenuto infondato poiché la condanna si basava su altre fonti probatorie decisive. La decisione di ricorso inammissibile ha comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando un Appello Non Supera l’Esame della Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, un esito tutt’altro che raro nei corridoi della Corte di Cassazione. Comprendere le ragioni dietro una tale pronuncia è fondamentale per capire i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze per chi decide di intraprenderlo senza solide basi. Questo caso, riguardante l’opposizione all’esecuzione di uno sfratto, ci permette di analizzare il concetto di decisività della prova e le pesanti ricadute economiche di un ricorso giudicato inammissibile.

I Fatti del Caso: L’Opposizione a uno Sfratto

Due individui sono stati condannati nei gradi di merito per aver creato una situazione di pericolo al fine di impedire a un ufficiale giudiziario di eseguire uno sfratto. Giunti dinanzi alla Corte di Cassazione, i due ricorrenti hanno basato la loro difesa su un unico motivo principale: la presunta inutilizzabilità parziale del verbale di sfratto redatto dall’ufficiale giudiziario. A loro avviso, questo vizio avrebbe dovuto inficiare la ricostruzione dei fatti e, di conseguenza, la loro condanna.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 21288/2024, ha respinto categoricamente le argomentazioni della difesa, dichiarando entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione non è entrata nel merito della questione, ma si è fermata a un livello procedurale, ritenendo il motivo di ricorso ‘manifestamente infondato’. Di conseguenza, la condanna della Corte d’Appello di Torino è diventata definitiva, e i ricorrenti sono stati condannati a ulteriori pagamenti.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che il motivo del ricorso era palesemente infondato per una ragione fondamentale: la condanna non si basava esclusivamente sul verbale di sfratto contestato. Al contrario, la ricostruzione dei fatti era solidamente ancorata ad ‘altre e diverse risultanze probatorie’, in particolare alle testimonianze rese da diverse persone presenti ai fatti.

I giudici hanno sottolineato un principio cardine del giudizio di legittimità: per lamentare l’inutilizzabilità di una prova, non basta evidenziarne un vizio, ma è necessario dimostrare la sua ‘decisività’. I ricorrenti avrebbero dovuto provare che, senza quella specifica parte del verbale, la decisione sarebbe stata diversa. Non avendolo fatto, e data la presenza di altre prove convergenti, il loro motivo di appello è risultato irrilevante. La Corte ha inoltre ribadito di non poter procedere a una ‘lettura alternativa’ delle fonti di prova, poiché il suo compito non è rivalutare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono severe. La dichiarazione di ricorso inammissibile attiva automaticamente l’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Questo articolo prevede che i ricorrenti non solo debbano pagare le spese del procedimento, ma siano anche condannati al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata quantificata in 3.000 euro, ritenuta equa in ragione delle questioni dedotte. Questa sanzione funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali possibilità di successo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato, relativo alla parziale inutilizzabilità di una prova, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che la condanna si basava su altre e diverse prove testimoniali, e i ricorrenti non hanno dimostrato la decisività dell’elemento probatorio contestato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in questo caso?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove come un tribunale?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito le prove o fornire una ‘lettura alternativa’ delle risultanze probatorie. Il suo ruolo è quello di giudice di legittimità, ovvero verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non di ricostruire i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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