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Ricorso inammissibile post accordo: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato. La decisione si fonda sul principio che l’accordo sulla pena raggiunto in appello (cd. ‘concordato in appello’) preclude la possibilità di presentare un successivo ricorso per cassazione. Tale accordo, infatti, equivale a una rinuncia a sollevare ulteriori questioni, anche quelle che il giudice potrebbe rilevare d’ufficio. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Accordo in Appello Chiude la Partita

Nel processo penale, la scelta di raggiungere un accordo sulla pena in appello, noto come ‘concordato’, è una decisione strategica con conseguenze definitive. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: una volta siglato l’accordo, la strada per un ulteriore ricorso è sbarrata, rendendo ogni tentativo di impugnazione un ricorso inammissibile. Questa pronuncia chiarisce la natura preclusiva dell’accordo, equiparandolo a una vera e propria rinuncia a contestare la sentenza.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di primo grado del Tribunale di Vicenza, che aveva condannato un imputato per i reati di tentativo di rapina aggravata, tentativo di lesioni ed evasione. In seguito, la Corte di Appello di Venezia, accogliendo una richiesta di concordato ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale, aveva riformato la sentenza, rideterminando la pena inflitta. Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione, l’eccessività della pena e l’errata qualificazione giuridica dei fatti.

Il Ricorso Inammissibile: la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha stroncato sul nascere le doglianze dell’imputato, dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. La decisione si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato, che il collegio ha inteso ribadire con forza. Secondo la Corte, il ricorso è stato presentato per motivi non consentiti dalla legge, data la particolare situazione processuale venutasi a creare.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione degli effetti dell’art. 599-bis c.p.p., la norma che disciplina il ‘concordato in appello’. La Cassazione spiega che l’accordo sulla pena non si limita a circoscrivere il potere decisionale del giudice di secondo grado, ma produce ‘effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale’. Questo significa che, accettando di concordare la pena, l’imputato rinuncia implicitamente a sollevare qualsiasi ulteriore questione, anche quelle che, in teoria, potrebbero essere rilevate d’ufficio dal giudice.

La Corte equipara gli effetti di questo accordo a quelli di una rinuncia esplicita all’impugnazione. Il potere dispositivo riconosciuto alla parte, che sceglie la via dell’accordo per ottenere una pena certa e potenzialmente più mite, preclude la possibilità di rimettere in discussione la sentenza in un successivo grado di giudizio. Pertanto, i motivi di ricorso presentati dall’imputato, relativi a presunti errori nella valutazione della punibilità o nell’entità della pena, erano inammissibili proprio perché coperti dalla rinuncia implicita nell’accordo.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Sottolinea che il ‘concordato in appello’ è uno strumento che offre certezza, ma che comporta una rinuncia definitiva ad ulteriori gradi di giudizio di merito. La scelta di percorrere questa strada deve essere ponderata attentamente dalla difesa, poiché chiude la porta al ricorso per cassazione. La dichiarazione di inammissibilità ha inoltre comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende, a causa della colpa evidente nel proporre un ricorso palesemente infondato.

È possibile presentare ricorso per cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello?
No, l’ordinanza stabilisce che l’accordo sulla pena ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. implica una rinuncia a sollevare ulteriori questioni, rendendo un successivo ricorso inammissibile.

La rinuncia a impugnare, derivante dal concordato, riguarda anche questioni che il giudice potrebbe rilevare d’ufficio?
Sì, la Corte chiarisce che l’accordo ha effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, comprese le questioni normalmente rilevabili d’ufficio, operando in modo analogo a una rinuncia esplicita all’impugnazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per colpa?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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