Ricorso Inammissibile: Quando la Tempistica Processuale è Tutto
Nel complesso mondo della giustizia penale, il rispetto delle tempistiche e delle procedure è fondamentale. Un errore procedurale, anche se apparentemente minore, può compromettere l’esito di un intero processo. Un esempio lampante è il caso del ricorso inammissibile, una decisione che impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione. L’ordinanza in esame ci offre uno spunto cruciale per comprendere come la tardività nella presentazione di un motivo di ricorso possa essere fatale, rendendo vana l’intera iniziativa difensiva.
I Fatti del Processo
Due soggetti avevano impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Bari, presentando ricorso presso la Corte di Cassazione. Il fulcro della loro doglianza si basava su una presunta violazione del diritto di difesa: sostenevano che le conclusioni scritte del Procuratore Generale non fossero state trasmesse ai loro difensori, impedendo loro di replicare adeguatamente. Inoltre, i difensori avevano aderito a un’astensione dalle udienze proclamata a livello nazionale, che includeva anche la data fissata per la trattazione del loro ricorso.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha emesso un’ordinanza secca e decisa: i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva e i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro al Ricorso Inammissibile
La decisione della Corte si fonda su due pilastri argomentativi distinti, entrambi legati a principi cardine della procedura penale.
L’Irrilevanza dell’Astensione in un Rito non Partecipato
In primo luogo, i giudici hanno chiarito che l’astensione degli avvocati dalle udienze era del tutto irrilevante nel caso specifico. Il procedimento davanti alla Cassazione si svolgeva infatti secondo il rito disciplinato dall’articolo 611 del codice di procedura penale, un rito ‘camerale non partecipato’. Questo significa che la decisione viene presa sulla base degli atti scritti, senza la necessità della presenza fisica dei difensori. Pertanto, l’astensione non poteva costituire un legittimo impedimento né giustificare un rinvio.
La Tardività del Motivo come Causa del Ricorso Inammissibile
Il punto cruciale della decisione, tuttavia, risiede nella tardività del motivo di ricorso. La Corte ha osservato che la doglianza relativa alla mancata trasmissione delle conclusioni del Procuratore Generale era stata sollevata per la prima volta in sede di legittimità. Secondo un principio consolidato, le nullità o le violazioni procedurali devono essere eccepite tempestivamente nel corso dei gradi di giudizio in cui si verificano. Proporre una questione per la prima volta davanti alla Cassazione, quando avrebbe potuto e dovuto essere sollevata in precedenza, equivale a una rinuncia a farla valere. Citando un precedente specifico (sentenza n. 27880 del 2023), la Corte ha ribadito che una tale eccezione tardiva non può essere presa in considerazione, portando inevitabilmente a un ricorso inammissibile.
Conclusioni
Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale per ogni avvocato e per chiunque affronti un procedimento giudiziario: la strategia difensiva deve essere costruita e articolata in ogni fase del processo. Non è possibile ‘conservare’ eccezioni o motivi di nullità per giocarli solo nell’ultimo grado di giudizio. La Corte di Cassazione non è una terza istanza di merito dove ridiscutere l’intero caso, ma un giudice di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge sulla base di quanto emerso e contestato nei gradi precedenti. Ignorare questa regola procedurale ha come conseguenza la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la definitiva conferma della condanna e l’aggiunta di ulteriori oneri economici per il ricorrente. La lezione è chiara: la battaglia legale si vince (o si perde) agendo con precisione e tempestività in ogni singola fase processuale.
Un’astensione degli avvocati ha effetto su un’udienza in Cassazione che si svolge con rito non partecipato?
No, la Corte ha chiarito che l’astensione è irrilevante in un procedimento come quello ex art. 611 c.p.p., che non prevede la partecipazione fisica delle parti e si basa sugli atti scritti.
È possibile presentare un nuovo motivo di ricorso per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
No, il provvedimento stabilisce che un motivo di ricorso, come la mancata trasmissione di atti alla difesa, deve essere sollevato nei gradi di giudizio precedenti. Proporlo per la prima volta in Cassazione lo rende tardivo e porta a dichiarare il ricorso inammissibile.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta la conferma della sentenza impugnata e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una somma di tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34089 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34089 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/07/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: NOME COGNOME nato il DATA_NASCITA
NOME COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/10/2022 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che non rileva la proclamata astensione degli avvocati dalle udienza anche per la data odierna in considerazione del rito non partecipato adottato ai sensi dell’art. 611 cod. proc. pen.;
Ritenuto che l’unico motivo dei ricorsi incentrato sulla mancata trasmissione alla difesa delle conclusioni del Pg è tardivamente proposto per la prima volta in questa sede di legittimità (v. Sez. 2 n. 27880 del 16/05/2023 COGNOME, Rv. 284898);
Rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con la condanna dei ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 12.7.2024