LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per motivi ripetitivi: la guida

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati dall’imputato erano una semplice ripetizione di quelli già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha stabilito che tali motivi sono solo apparenti e costituiscono valutazioni di merito non ammissibili in sede di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Ripetizione dei Motivi Blocca l’Accesso alla Cassazione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla corretta redazione di un ricorso, sottolineando come la semplice riproposizione di argomenti già discussi possa condurre a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo principio è fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un imputato, avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino. Il ricorrente contestava la correttezza della motivazione della sentenza di secondo grado in merito alla sua responsabilità penale e alla sussistenza stessa del reato. L’obiettivo era ottenere un annullamento della condanna attraverso il riesame della sua posizione da parte della Suprema Corte.

La Decisione della Suprema Corte e la Natura del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, ma si è fermata a un livello preliminare, riscontrando un vizio insanabile nell’atto di impugnazione stesso. Questo vizio ha impedito ai giudici di valutare se la condanna fosse giusta o sbagliata, portando a una chiusura immediata del procedimento.

L’Assenza di Specificità nei Motivi

Il cuore della decisione risiede nella constatazione che l’unico motivo di ricorso era una “pedissequa reiterazione” di argomenti già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. In altre parole, la difesa non ha introdotto nuove critiche argomentate contro la sentenza di secondo grado, ma si è limitata a riproporre le stesse identiche doglianze. Secondo la Cassazione, un motivo così formulato è da considerarsi “non specifico ma soltanto apparente”, poiché non assolve alla sua funzione essenziale: quella di criticare in modo mirato e argomentato la decisione impugnata.

Valutazioni di Merito vs. Giudizio di Legittimità

La Corte ha inoltre sottolineato che le deduzioni del ricorrente si risolvevano in “valutazioni di merito”. Questo è un punto cruciale. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti e le prove (il merito del caso). Il suo compito, in “sede di legittimità”, è unicamente quello di verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche e la logicità della motivazione. Tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti attraverso la riproposizione di vecchi argomenti è un’operazione non consentita e destinata all’insuccesso.

Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La motivazione dell’ordinanza è chiara e diretta. I giudici hanno ritenuto il ricorso inammissibile perché fondato su motivi che si risolvevano nella ripetizione di quelli già dedotti in appello. Questa reiterazione, essendo stata già puntualmente disattesa dalla corte di merito, rende i motivi del ricorso per cassazione privi della specificità richiesta. Essi diventano meri argomenti apparenti, incapaci di svolgere la funzione tipica di critica argomentata contro la sentenza. Di conseguenza, tali deduzioni si traducono in una richiesta di rivalutazione del merito della vicenda, attività che è preclusa alla Corte di Cassazione in sede di legittimità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: il ricorso non può essere una semplice fotocopia dell’atto di appello. È necessario elaborare una critica specifica, puntuale e focalizzata sui vizi di legittimità (errori di diritto o vizi di motivazione) della sentenza impugnata. Riproporre le stesse questioni di fatto già valutate in secondo grado non solo è inutile, ma conduce a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano una ‘pedissequa reiterazione’, ovvero una semplice ripetizione, di quelli già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, risultando quindi non specifici ma solo apparenti.

Cosa significa che i motivi del ricorso si risolvono in ‘valutazioni di merito’?
Significa che le argomentazioni del ricorrente non contestavano errori di diritto nella sentenza impugnata, ma cercavano di ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, cosa che non è permessa nel giudizio di Cassazione (sede di legittimità).

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati