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Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando una decisione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha stabilito che l’appello era privo dei requisiti di specificità richiesti dalla legge, limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte e tentando di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che esula dalle competenze della Corte di Cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Respinge l’Appello per Genericità

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui requisiti formali di un ricorso per cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e miravano a una nuova valutazione dei fatti, un’attività preclusa in sede di legittimità. Questa decisione ribadisce principi fondamentali della procedura penale, sottolineando come un’impugnazione debba essere una critica mirata e specifica della sentenza contestata, e non un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio nel merito.

I Fatti del Caso

Un individuo, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Roma, ha proposto ricorso presso la Corte di Cassazione. Il ricorso era basato su un unico motivo con cui si lamentava la violazione di legge e un vizio di motivazione in relazione alla sentenza impugnata. Tuttavia, l’atto presentato non è stato ritenuto idoneo a superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6483/2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che l’atto difensivo mancava dei requisiti essenziali di specificità previsti dall’articolo 581 del codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato le ragioni dell’inammissibilità su tre pilastri argomentativi principali, che rappresentano i cardini del giudizio di legittimità.

La Mancanza di Specificità dei Motivi

Il primo punto cruciale riguarda la genericità dei motivi del ricorso. La Corte ha spiegato che la specificità non deve essere valutata solo intrinsecamente (cioè, se le ragioni sono chiare), ma anche estrinsecamente. Ciò significa che deve esistere una correlazione diretta tra la complessità delle argomentazioni della sentenza impugnata e la critica mossa dal ricorrente. Nel caso di specie, le doglianze erano astratte e non si confrontavano puntualmente con le motivazioni della Corte d’Appello, fallendo così nella loro funzione tipica di critica argomentata.

Il Divieto di Rivalutazione del Fatto

In secondo luogo, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo giudizio non è una terza istanza di merito. Il ricorso tendeva a sollecitare una rilettura delle fonti di prova e una ricostruzione alternativa dei fatti, proponendo criteri di valutazione diversi da quelli adottati dai giudici dei gradi precedenti. Questo tipo di richiesta è inammissibile in sede di legittimità. Non sono consentite censure sulla persuasività o sull’adeguatezza della motivazione, a meno che non si palesi un’illogicità manifesta, che qui non è stata ravvisata.

La Mera Riproduzione dei Motivi d’Appello

Infine, la Corte ha osservato che i motivi del ricorso erano una mera riproduzione delle doglianze già presentate alla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano già ampiamente esaminato e disatteso tali argomenti con motivazioni logiche e giuridicamente corrette. Riproporre le stesse questioni senza una critica specifica alla decisione d’appello rende il ricorso per cassazione privo di reale contenuto censorio e, pertanto, inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in commento è un monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. Un ricorso, per essere ammissibile, deve essere un atto tecnico di alta precisione. Non basta lamentare genericamente un’ingiustizia o un errore, ma è necessario individuare con esattezza i vizi di legittimità della sentenza impugnata, argomentando in modo puntuale e specifico. Qualsiasi tentativo di trasformare il giudizio di Cassazione in una nuova valutazione del merito è destinato a fallire, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria. La stesura di un ricorso efficace richiede, quindi, uno studio approfondito della decisione contestata e una critica mirata, logica e giuridicamente fondata.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non entra nel merito della questione perché l’atto di impugnazione presenta vizi formali che ne impediscono l’esame. In questo caso, i vizi erano la genericità dei motivi e il tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No. L’ordinanza chiarisce che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, non condurre una nuova valutazione delle fonti di prova o ricostruire i fatti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente la cui impugnazione viene dichiarata inammissibile è condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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