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Ricorso inammissibile per genericità dei motivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati dall’appellante erano generici e non specifici, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale. L’ordinanza sottolinea che la semplice riproposizione di argomenti già respinti in appello, senza una critica puntuale alla sentenza impugnata, porta a una declaratoria di inammissibilità e alla condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione non è un atto da prendere alla leggera. La Suprema Corte, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici e non specifici. Questa decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione che non si limitino a ripetere doglianze già esposte, ma che contengano una critica puntuale e argomentata della sentenza che si intende contestare.

Il Caso in Analisi: Un Appello Generico

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente basava la sua impugnazione su un unico motivo, lamentando vizi di motivazione in relazione al suo concorso nel reato presupposto. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha immediatamente rilevato la carenza fondamentale dell’atto: la mancanza dei requisiti di specificità previsti, a pena di inammissibilità, dall’articolo 581 del codice di procedura penale.

La Genericità del Ricorso e le Sue Conseguenze

Il cuore della questione risiede nella natura delle argomentazioni presentate. La Corte ha definito le doglianze come ‘generiche’, prive di una ‘puntuale enunciazione delle ragioni di diritto’ e della ‘necessaria analisi critica’ del provvedimento impugnato. In parole semplici, l’imputato si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni difensive già esaminate e respinte con motivazioni logiche e giuridicamente corrette dai giudici di merito. Questo comportamento processuale rende il ricorso un mero tentativo di riesame, senza offrire alla Suprema Corte nuovi e specifici punti di diritto su cui deliberare.

La Decisione della Corte di Cassazione

Coerentemente con la sua giurisprudenza consolidata, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. Un ricorso che non rispetta i requisiti formali e sostanziali imposti dalla legge non può essere giudicato, indipendentemente dalla fondatezza potenziale delle sue argomentazioni.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni dell’ordinanza si fondano interamente sull’interpretazione dell’art. 581 c.p.p. La norma impone a chi impugna una sentenza di indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso con la decisione precedente. È necessario ‘dialogare’ con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone le presunte falle, le contraddizioni o gli errori giuridici. La Cassazione ha ritenuto che nel caso di specie questo ‘dialogo’ critico fosse del tutto assente, trasformando il ricorso in un atto sterile.

La Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende

Una dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. Oltre al rigetto del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori; dall’altro, contribuire a un fondo destinato a finalità di recupero sociale.

Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Ben Formulato

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale per avvocati e assistiti: la fase di impugnazione, specialmente in Cassazione, richiede il massimo rigore tecnico-giuridico. Un ricorso non può essere una semplice ripetizione di argomenti pregressi. Deve essere un’analisi critica, specifica e argomentata della decisione che si contesta. In caso contrario, il risultato sarà inevitabilmente un ricorso inammissibile, con la conseguente condanna a sanzioni economiche e la definitiva chiusura del caso.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 cod. proc. pen., presentando doglianze generiche senza una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto e senza un’analisi critica del provvedimento impugnato.

Cosa significa che i motivi erano ‘genericamente riproposti’?
Significa che il ricorrente si è limitato a ripetere le stesse argomentazioni difensive già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza d’appello.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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