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Ricorso inammissibile patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 10 giugno 2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Teramo. La decisione si fonda sulla natura negoziale del patteggiamento, che esonera l’accusa dall’onere della prova. In questi casi, il ricorso è stato dichiarato inammissibile con la procedura de plano, comportando la condanna del ricorrente alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce i limiti del ricorso inammissibile patteggiamento.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile contro il Patteggiamento: La Decisione della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui limiti dell’impugnazione di una sentenza di patteggiamento. Il caso in esame dimostra come la natura consensuale di questo rito speciale influenzi direttamente l’ammissibilità del ricorso, portando spesso a una dichiarazione di ricorso inammissibile patteggiamento. Comprendere le ragioni di questa decisione è fondamentale per chiunque operi nel diritto penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Teramo il 26 febbraio 2025. L’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere una revisione della decisione presa in primo grado.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile Patteggiamento

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 10 giugno 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha applicato la procedura cosiddetta de plano, prevista dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura accelerata viene utilizzata quando l’inammissibilità del ricorso appare manifesta, senza necessità di un’udienza pubblica.

Oltre alla dichiarazione di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dall’articolo 616 del codice di procedura penale quando non si ravvisa un’assenza di colpa da parte del ricorrente nel proporre un’impugnazione palesemente infondata.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nella particolare natura giuridica della sentenza di patteggiamento. La Corte ha sottolineato che la motivazione di tale sentenza non può essere equiparata a quella di una sentenza emessa al termine di un dibattimento ordinario. Lo sviluppo delle linee argomentative del giudice è strettamente correlato all’esistenza di un ‘atto negoziale’ tra accusa e difesa.

Con il patteggiamento, l’imputato di fatto dispensa l’accusa dall’onere di provare i fatti contestati nell’imputazione. Questo accordo processuale modifica profondamente la struttura del giudizio e, di conseguenza, i possibili motivi di ricorso. La sentenza si fonda sull’accordo delle parti, e non su una valutazione autonoma delle prove da parte del giudice. Pertanto, contestare la motivazione su aspetti fattuali che sono stati oggetto dell’accordo risulta intrinsecamente contraddittorio e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: l’impugnazione di una sentenza di patteggiamento è soggetta a limiti molto stringenti. Le parti che scelgono questo rito alternativo devono essere consapevoli che la possibilità di contestare la decisione in sede di legittimità è ridotta. Il ricorso sarà tendenzialmente ammesso solo per vizi procedurali, errori nel calcolo della pena o questioni di diritto non legate all’accertamento del fatto. La decisione serve come monito sull’importanza di una valutazione attenta e consapevole prima di accedere al rito del patteggiamento, considerando le sue significative conseguenze sulla strategia difensiva e sulle future impugnazioni.

Perché il ricorso contro la sentenza di patteggiamento è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la sentenza di patteggiamento si basa su un accordo tra le parti in cui l’imputato accetta l’applicazione di una pena, dispensando l’accusa dall’onere di provare i fatti. La motivazione della sentenza è quindi strettamente legata a questo accordo, rendendo infondato un ricorso che contesti elementi già accettati con il patteggiamento.

Quale procedura ha utilizzato la Corte di Cassazione?
La Corte ha utilizzato la procedura ‘de plano’ (prevista dall’art. 610, comma 5-bis c.p.p.), una procedura semplificata e rapida che permette di decidere senza udienza pubblica quando un ricorso è manifestamente inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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