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Ricorso inammissibile: no alla rivalutazione dei fatti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro la decisione del giudice dell’esecuzione. La richiesta di riconoscere la continuazione tra reati è stata respinta perché l’appello mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

L’ordinanza in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità. Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, è cruciale capire che questa non agisce come un terzo grado di giudizio sui fatti. La Corte valuta solo la corretta applicazione della legge. Un ricorso inammissibile, come quello analizzato, è spesso la conseguenza di un’errata impostazione che mira a una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

Il Caso in Analisi: La Richiesta di Continuazione Respinta

I fatti traggono origine dalla domanda di un cittadino al Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Napoli. La richiesta era volta a ottenere il riconoscimento della “continuazione” tra diverse condotte illecite. Questo istituto giuridico permette di unificare più reati, commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in un’unica fattispecie, con evidenti benefici sul trattamento sanzionatorio.

Il Giudice dell’Esecuzione, con un’ordinanza del 12 giugno 2024, ha respinto la domanda, ritenendo non sussistessero gli elementi per configurare un’unica ideazione criminale alla base dei diversi episodi.

L’Appello e il Ricorso Inammissibile in Cassazione

Contro la decisione del Giudice dell’Esecuzione, il cittadino ha proposto un ricorso inammissibile per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Tuttavia, la Corte Suprema ha prontamente rilevato la natura dell’impugnazione: non una critica sulla corretta applicazione delle norme, ma un tentativo di far riesaminare i fatti e le prove già valutati dal giudice precedente.

L’appello si concentrava su una diversa interpretazione degli elementi fattuali, sperando che la Cassazione potesse individuare quella “comune ideazione” che il giudice di merito aveva escluso. Questa strategia si è rivelata perdente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

La Differenza tra Giudizio di Fatto e di Legittimità

Il giudice di merito (come il Tribunale o la Corte d’Appello) ha il compito di ricostruire i fatti (“il fatto”), analizzando prove, testimonianze e documenti. Il suo giudizio si concentra su cosa è accaduto.

La Corte di Cassazione, invece, opera in “sede di legittimità”. Il suo ruolo non è stabilire come sono andati i fatti, ma verificare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente le leggi (“il diritto”) e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e non contraddittorio. Chiedere alla Cassazione di rivalutare se esistesse o meno un disegno criminoso comune è, in sostanza, chiederle di fare il lavoro del giudice di merito, cosa che le è preclusa.

Le Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità

La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:

1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene irrogata perché, presentando un ricorso per motivi non consentiti, si presume una colpa nel causare l’inutile attivazione della macchina giudiziaria.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È inutile e controproducente impostare un ricorso come se fosse un ulteriore appello sui fatti. Le censure devono essere strettamente giuridiche, focalizzate su presunte violazioni di legge o su vizi logici evidenti nella motivazione del provvedimento impugnato. Ogni tentativo di ottenere una “rivalutazione in fatto” è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità, con l’aggiunta di una condanna economica per il ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto per motivi non consentiti. Invece di contestare una violazione di legge, il ricorrente ha chiesto alla Corte di Cassazione di riesaminare e rivalutare i fatti del caso, un’attività che non rientra nelle competenze del giudizio di legittimità.

Cosa significa che la Cassazione non può procedere a una ‘rivalutazione in fatto’?
Significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove (come testimonianze o documenti) per decidere se i fatti si sono svolti in un modo piuttosto che in un altro. Il suo compito è solo verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme giuridiche a quei fatti, come da loro accertati.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una sanzione pecuniaria (stabilita in 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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