Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti
L’ordinanza in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità. Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, è cruciale capire che questa non agisce come un terzo grado di giudizio sui fatti. La Corte valuta solo la corretta applicazione della legge. Un ricorso inammissibile, come quello analizzato, è spesso la conseguenza di un’errata impostazione che mira a una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.
Il Caso in Analisi: La Richiesta di Continuazione Respinta
I fatti traggono origine dalla domanda di un cittadino al Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Napoli. La richiesta era volta a ottenere il riconoscimento della “continuazione” tra diverse condotte illecite. Questo istituto giuridico permette di unificare più reati, commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in un’unica fattispecie, con evidenti benefici sul trattamento sanzionatorio.
Il Giudice dell’Esecuzione, con un’ordinanza del 12 giugno 2024, ha respinto la domanda, ritenendo non sussistessero gli elementi per configurare un’unica ideazione criminale alla base dei diversi episodi.
L’Appello e il Ricorso Inammissibile in Cassazione
Contro la decisione del Giudice dell’Esecuzione, il cittadino ha proposto un ricorso inammissibile per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Tuttavia, la Corte Suprema ha prontamente rilevato la natura dell’impugnazione: non una critica sulla corretta applicazione delle norme, ma un tentativo di far riesaminare i fatti e le prove già valutati dal giudice precedente.
L’appello si concentrava su una diversa interpretazione degli elementi fattuali, sperando che la Cassazione potesse individuare quella “comune ideazione” che il giudice di merito aveva escluso. Questa strategia si è rivelata perdente.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità.
La Differenza tra Giudizio di Fatto e di Legittimità
Il giudice di merito (come il Tribunale o la Corte d’Appello) ha il compito di ricostruire i fatti (“il fatto”), analizzando prove, testimonianze e documenti. Il suo giudizio si concentra su cosa è accaduto.
La Corte di Cassazione, invece, opera in “sede di legittimità”. Il suo ruolo non è stabilire come sono andati i fatti, ma verificare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente le leggi (“il diritto”) e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e non contraddittorio. Chiedere alla Cassazione di rivalutare se esistesse o meno un disegno criminoso comune è, in sostanza, chiederle di fare il lavoro del giudice di merito, cosa che le è preclusa.
Le Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità
La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene irrogata perché, presentando un ricorso per motivi non consentiti, si presume una colpa nel causare l’inutile attivazione della macchina giudiziaria.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È inutile e controproducente impostare un ricorso come se fosse un ulteriore appello sui fatti. Le censure devono essere strettamente giuridiche, focalizzate su presunte violazioni di legge o su vizi logici evidenti nella motivazione del provvedimento impugnato. Ogni tentativo di ottenere una “rivalutazione in fatto” è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità, con l’aggiunta di una condanna economica per il ricorrente.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto per motivi non consentiti. Invece di contestare una violazione di legge, il ricorrente ha chiesto alla Corte di Cassazione di riesaminare e rivalutare i fatti del caso, un’attività che non rientra nelle competenze del giudizio di legittimità.
Cosa significa che la Cassazione non può procedere a una ‘rivalutazione in fatto’?
Significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove (come testimonianze o documenti) per decidere se i fatti si sono svolti in un modo piuttosto che in un altro. Il suo compito è solo verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme giuridiche a quei fatti, come da loro accertati.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una sanzione pecuniaria (stabilita in 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nella proposizione del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5627 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5627 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 19/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NAPOLI il 27/02/1978
avverso l’ordinanza del 12/06/2024 del GIP TRIBUNALE di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
IN FATTO E IN DIRITTO
Con ordinanza emessa in data 12 giugno 2024 il GIP del Tribunale di Napoli, quale giudice dell’esecuzione, ha respinto la domanda introdotta da NOMECOGNOME tesa ad ottenere il riconoscimento della continuazione.
Avverso detta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge – NOMECOGNOME deducendo violazione di legge e vizio di motivazione
Il ricorso va dichiarato inammissibile perché proposto per motivi non consentiti.
Ed invero, il giudice della esecuzione ha compiutamente esaminato i profili dei fa oggetto dei diversi giudizi, non ravvisando concreti indicatori di ricorrenza comune ideazione tra le diverse condotte e la critica si risolve in una richie rivalutazione in fatto, non consentita in sede di legittimità.
Alla dichiarazione di inammissibilità consegue di diritto la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, versamento a favore della Cassa delle ammende di sanzione pecuniaria, che pare congruo determinare in euro tremila, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso in data 19 dicembre 2024
Il Consigliere estensore