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Ricorso inammissibile: no a riesame del merito

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, stabilendo che la critica mossa dalla ricorrente non costituisce un vizio di motivazione, ma un tentativo di ottenere una nuova valutazione del peso della testimonianza della persona offesa. Tale attività è di esclusiva competenza del giudice di merito. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non Riesamina i Fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il suo ruolo di giudice di legittimità, non di merito. Il caso in esame ha portato alla dichiarazione di un ricorso inammissibile perché, dietro la parvenza di una critica alla motivazione della sentenza, si celava un tentativo di rimettere in discussione la valutazione delle prove, un’attività preclusa in sede di legittimità.

Il Contesto del Ricorso in Cassazione

Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Firenze ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando presunte contraddizioni nella motivazione della sentenza impugnata. Secondo la difesa, tali contraddizioni avrebbero viziato la decisione dei giudici di secondo grado. Il fulcro della doglianza riguardava il peso attribuito alla testimonianza della persona offesa rispetto alle dichiarazioni della stessa ricorrente.

La Valutazione della Prova e il Finto Vizio di Motivazione

Il punto cruciale della vicenda risiede nella distinzione tra un vizio di motivazione e una semplice contestazione sull’apprezzamento dei fatti. La ricorrente sosteneva che la sentenza fosse illogica, ma la Corte Suprema ha rilevato che le critiche non evidenziavano un vero e proprio difetto nel ragionamento giuridico del giudice, quanto piuttosto un dissenso sulla sua conclusione. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di stabilire se la testimonianza della persona offesa fosse più o meno credibile delle dichiarazioni dell’imputata, compiendo così una nuova valutazione del merito.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno chiarito che l’operazione di ponderazione delle prove, come la valutazione del peso della testimonianza di una parte rispetto a un’altra, è un’attività “quintessenzialmente riservata al giudice di merito”. Non è compito della Cassazione sostituire la propria valutazione a quella effettuata nei precedenti gradi di giudizio, a meno che la motivazione non sia manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente, cosa che non è stata ravvisata nel caso di specie.

Le motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione sono nette: le censure sollevate dalla ricorrente, seppur formalmente presentate come vizi motivazionali, miravano in realtà a contestare il risultato della valutazione probatoria. La Corte ha osservato che le “pretese contraddizioni motivazionali” non riuscivano a “celare che l’oggetto della critica, è in realtà, il peso della testimonianza della persona offesa”. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato come un tentativo inammissibile di ottenere un terzo grado di giudizio sul fatto.

Le conclusioni

Le conclusioni pratiche di questa pronuncia sono importanti. Chi intende presentare ricorso in Cassazione deve concentrarsi sui vizi di legittimità, ovvero errori nell’applicazione della legge o difetti logici gravi nella motivazione, e non può sperare di ottenere una riconsiderazione delle prove già vagliate. L’inammissibilità del ricorso ha comportato per la ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a conferma della serietà con cui l’ordinamento sanziona l’abuso dello strumento processuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, pur lamentando un vizio di motivazione, in realtà mirava a ottenere una nuova valutazione del peso della testimonianza della persona offesa, un’attività riservata esclusivamente al giudice di merito e non alla Corte di Cassazione.

Qual è la differenza tra un vizio di motivazione e una critica nel merito della prova?
Secondo l’ordinanza, un vizio di motivazione riguarda un errore logico o giuridico nel ragionamento del giudice. Una critica nel merito, invece, contesta la scelta del giudice di credere a un testimone piuttosto che a un altro, un’operazione di valutazione dei fatti che la Cassazione non può compiere.

Quali sono state le conseguenze per la ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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