Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non può riesaminare i fatti
L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Quando un appello si trasforma in una richiesta di rivalutazione delle prove, si scontra con il muro del ricorso inammissibile. Questo concetto è cruciale per comprendere i limiti e le funzioni della Suprema Corte.
Il Caso in Analisi: Un Appello Basato sul Merito
Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Milano ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo di appello contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua condanna. In sostanza, la ricorrente non lamentava un errore di diritto o un vizio logico nella sentenza, ma proponeva una diversa interpretazione dei fatti e delle prove raccolte, come le dichiarazioni testimoniali e i risultati di una perquisizione.
La difesa mirava a ottenere una “inammissibile ricostruzione dei fatti” utilizzando criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice di secondo grado. Questo approccio, tuttavia, non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.
I Motivi del Ricorso Inammissibile in Cassazione
La Corte Suprema di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può rifare il processo. Il suo compito è quello di “giudice di legittimità”, ovvero verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e coerente, senza contraddizioni.
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, si limita a:
* Contestare il merito: Chiedere alla Corte di rivalutare le prove (es. l’attendibilità di un testimone) o di scegliere tra diverse possibili ricostruzioni dei fatti.
* Non confrontarsi con la motivazione: Evitare un confronto specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata, proponendo semplicemente una lettura alternativa.
La Corte ha osservato che la decisione della Corte d’Appello era fondata su un’argomentazione “esente da vizi logici e giuridici”, basata sulle dichiarazioni raccolte e sugli esiti della perquisizione. L’appello della ricorrente ignorava questo aspetto, concentrandosi unicamente su un tentativo di riesame del merito.
La Decisione della Corte di Cassazione
Di fronte a un ricorso con queste caratteristiche, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiararlo inammissibile. La decisione è stata netta e conforme alla consolidata giurisprudenza in materia.
Le Motivazioni
La motivazione della Suprema Corte è stata lapidaria: il ricorso è stato giudicato “schiettamente di merito”. La ricorrente cercava di ottenere una nuova valutazione delle prove, un’operazione che esula completamente dai poteri della Cassazione. Non avendo individuato alcun vizio di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge) o vizi logici manifesti nella sentenza d’appello, la Corte ha respinto l’impugnazione senza entrare nel vivo della questione.
Le Conclusioni
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per la ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: chi si rivolge alla Corte di Cassazione deve sollevare questioni di diritto o vizi procedurali evidenti, non sperare in un nuovo processo sui fatti. Un’impugnazione mal impostata non solo è destinata al fallimento, ma comporta anche ulteriori oneri economici.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava esclusivamente il merito della decisione, tentando di ottenere una nuova ricostruzione dei fatti e una diversa valutazione delle prove, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.
Cosa significa che un ricorso è ‘schiettamente di merito’?
Significa che l’appello non contesta errori di diritto o vizi logici della sentenza, ma critica la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti operata dal giudice precedente, chiedendo di fatto un nuovo giudizio sulla vicenda, cosa che la Cassazione non può fare.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44872 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44872 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 29/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 17/03/1998
avverso la sentenza del 12/03/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso che contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità, attiene a profili schiettamente di merito, perché tende ad ottenere una inammissibile ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati nella sentenza impugnata, e non si confronta con l’effettivo tenore della motivazione (cfr. pp. 23, ove, con argomentazione esente da vizi logici e giuridici, si fonda la decisione sulle dichiarazioni di COGNOME e COGNOME e su quanto rinvenuto all’esito della perquisizione, e solo marginalmente sull’interrogatorio dell’imputata);
rilevato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 29 ottobre 2024.