Ricorso inammissibile: la Cassazione chiude la porta a motivi tardivi e pretestuosi
Quando si presenta un appello alla Suprema Corte di Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza precedente. È fondamentale che i motivi del ricorso siano solidi, tempestivi e conformi alla legge. Un recente provvedimento della Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga rapidamente respinto quando manca di questi requisiti essenziali. L’ordinanza analizza e rigetta, uno per uno, i motivi di un imputato, fornendo importanti lezioni sulla corretta tecnica processuale e sui limiti del giudizio di legittimità.
I Fatti del Processo
Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I suoi motivi di doglianza erano vari e toccavano diversi aspetti del processo. In sintesi, l’imputato lamentava:
1. Una presunta violazione delle norme procedurali che non era stata eccepita nei tempi corretti.
2. L’illegittimità della motivazione della sentenza d’appello e la violazione delle norme relative alla modifica dell’imputazione (riqualificazione del reato), sostenendo che ciò avesse leso il suo diritto di difesa.
3. Un’errata valutazione delle prove da parte dei giudici di merito.
4. Un’eccessiva severità nel trattamento sanzionatorio e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
L’Analisi della Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione, con un’ordinanza sintetica ma incisiva, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questo significa che i giudici non sono nemmeno entrati nel merito delle questioni sollevate, poiché i motivi presentati erano viziati alla radice. Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa decisione.
Violazioni Procedurali Tardive
Il primo motivo, relativo alla violazione dell’art. 420 bis del codice di procedura penale, è stato liquidato come ‘manifestamente infondato’. La Corte ha sottolineato che la presunta nullità processuale era stata dedotta ‘tardivamente’. Nel diritto processuale, i tempi sono tutto: una violazione, anche se potenzialmente valida, deve essere contestata nei momenti e nelle forme previste dalla legge, altrimenti si ‘sana’ e non può più essere fatta valere.
Riqualificazione del Reato e Diritto di Difesa: un falso problema
Anche il secondo e il terzo motivo sono stati giudicati manifestamente infondati. Il ricorrente contestava la riqualificazione giuridica del fatto operata dai giudici, sostenendo una violazione del suo diritto di difesa. La Cassazione ha però dato ragione alla Corte d’Appello, la quale aveva già chiarito che non vi era stata alcuna lesione. Infatti, la richiesta di riqualificazione era stata avanzata dal Pubblico Ministero prima della discussione finale della difesa, garantendo a quest’ultima la piena possibilità di contraddire e argomentare anche sul nuovo inquadramento giuridico. Non vi è stata, quindi, nessuna decisione ‘a sorpresa’ che potesse pregiudicare la difesa.
La Valutazione delle Prove non è un Terzo Grado di Giudizio
Il quarto motivo, che criticava l’applicazione dell’art. 192 c.p.p. sulla valutazione delle prove, è stato considerato un tentativo inammissibile di ‘ricostruzione dei fatti’. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di merito: il suo compito non è rivalutare le prove (come testimonianze o documenti), ma solo controllare che la motivazione del giudice precedente sia logica e non contenga errori di diritto. Poiché la Corte d’Appello aveva spiegato in modo coerente e giuridicamente corretto le ragioni del suo convincimento, ogni ulteriore discussione sul punto era preclusa in sede di legittimità.
La Determinazione della Pena e il diniego delle attenuanti
Infine, anche l’ultimo motivo, riguardante la pena e le attenuanti generiche, è stato respinto. La Corte ha osservato che la questione era già stata proposta in appello e che la decisione di non concedere le attenuanti era supportata da una motivazione ‘sufficiente e non illogica’, che teneva conto delle argomentazioni difensive. Anche in questo caso, la discrezionalità del giudice di merito, se correttamente motivata, è insindacabile in Cassazione.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte si fondano su principi cardine della procedura penale. In primo luogo, il principio di tassatività dei motivi di ricorso e il rispetto dei termini per sollevare eccezioni procedurali. In secondo luogo, la riaffermazione dei limiti del giudizio di legittimità: la Cassazione verifica la correttezza giuridica e la coerenza logica della decisione impugnata, senza poter sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito. Infine, viene confermato che il diritto di difesa è garantito quando l’imputato viene messo in condizione di controbattere a ogni modifica dell’accusa, come avvenuto nel caso di specie.
Le Conclusioni
L’ordinanza ribadisce un messaggio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un’ulteriore possibilità per ridiscutere l’intera vicenda processuale. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è necessario concentrarsi su vizi specifici della sentenza impugnata, come errori di diritto o palesi illogicità della motivazione, e sollevare le questioni procedurali nei tempi giusti. In assenza di tali elementi, il ricorso si risolve in un inutile dispendio di risorse, che si conclude, come in questo caso, con una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende.
Quando un motivo di ricorso viene considerato tardivo?
Un motivo di ricorso è considerato tardivo quando una presunta violazione delle norme processuali non viene contestata nei tempi e nei modi previsti dalla legge durante le fasi precedenti del processo. Se l’eccezione non viene sollevata tempestivamente, il vizio si considera sanato e non può più essere fatto valere davanti alla Corte di Cassazione.
La riqualificazione del reato da parte del giudice viola il diritto di difesa?
No, secondo questa ordinanza la riqualificazione del reato non viola il diritto di difesa se la difesa viene messa in condizione di contraddire e discutere la nuova qualificazione giuridica. Nel caso specifico, ciò è stato garantito perché la richiesta di riqualificazione è stata avanzata dal PM prima della discussione finale della difesa.
Cosa succede quando la Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, non esamina il merito delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei requisiti di legge.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44141 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44141 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 26/07/1988
avverso la sentenza del 06/03/2023 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
ritenuto che il primo motivo di ricorso, che contesta l’inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità in relazione all’art. 420 bis cod. proc. pen., è manifestamente infondato poiché inerente a supposta violazione di norme processuali tardivamente dedotta;
considerato che il secondo ed il terzo motivo di ricorso, con i quali si deduce la manifesta illogicità della motivazione e la mancata osservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità in ordine agli artt. 521 e 522 cod. proc. pen., sono manifestamente infondati in quanto prospettano enunciati ermeneutici in palese contrasto con il dato normativo e con consolidata giurisprudenza di legittimità sul punto, come pure non ha mancato pertinentemente di rilevare la Corte di Appello a pagg. 4 e 5 della sentenza impugnata, ove ha già correttamente precisato che non sussiste alcuna violazione dei principi di contraddittorio e difesa a seguito di riqualificazione dei reati, essendo essa stata oggetto di richiesta da parte del PM prima della discussione della difesa;
tenuto conto che il quarto motivo di ricorso, che contesta la violazione e falsa applicazione dell’art. 192 cod. proc. pen., si risolve in un’inammissibile ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice di merito, il quale, con motivazione esente da vizi logici e giuridici, ha esplicitato le ragioni del suo convincimento alle pagg. 4 e 5 della sentenza impugnata;
osservato che l’ultimo motivo di ricorso, afferente alla determinazione del trattamento sanzionatorio ed al diniego delle circostanze attenuanti generiche, è già stato proposto e la mancata concessione è sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive (si veda ancora pag. 5 della sentenza impugnata);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 12/11/2024
Il Consigliere COGNOME ten re