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Ricorso inammissibile: motivi parziali e rivalutativi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro un’ordinanza di espulsione. La decisione si fonda sulla parzialità dell’impugnazione, che contestava solo uno dei motivi della decisione del Tribunale, e sul carattere meramente rivalutativo delle censure, che chiedevano una nuova valutazione dei fatti anziché evidenziare vizi di legge.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Parziali d’Appello

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e fondati su questioni di diritto. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito un principio cruciale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di una contestazione parziale o meramente finalizzata a una nuova valutazione dei fatti. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere le ragioni dietro una tale decisione.

Il Caso di Specie: Reclamo contro un Decreto di Espulsione

La vicenda ha origine dal reclamo presentato da un cittadino straniero contro un decreto di espulsione, emesso come misura alternativa alla detenzione. Il Tribunale di Sorveglianza di Genova aveva rigettato il reclamo, basando la sua decisione su due pilastri argomentativi distinti (le cosiddette rationes decidendi):

1. L’assenza di legami familiari effettivi sul territorio italiano: Le affermazioni del reclamante sull’esistenza di familiari in Italia sono state ritenute generiche, soprattutto a fronte di informative di polizia che negavano la presenza di tali rapporti.
2. La pericolosità sociale del soggetto: Valutata alla luce della natura dei reati da lui commessi.

Contro questa ordinanza, il soggetto ha proposto ricorso per cassazione.

Le Debolezze di un Ricorso Inammissibile

Il ricorrente ha incentrato la sua difesa esclusivamente sulla contestazione del profilo di pericolosità, tralasciando completamente di argomentare in merito all’altro punto fondamentale della decisione del Tribunale, ovvero l’inesistenza dei rapporti familiari. Questo approccio si è rivelato fatale per l’esito del ricorso.

La Corte di Cassazione ha evidenziato due vizi insanabili nell’impugnazione proposta:

* Parzialità della censura: L’appello si concentrava solo su una delle diverse ragioni che, da sole, erano sufficienti a sorreggere la decisione del Tribunale. Ignorando la questione dei legami familiari, il ricorso non era in grado di scalfire la validità complessiva dell’ordinanza impugnata.
* Carattere meramente rivalutativo: Le argomentazioni sulla pericolosità non denunciavano una violazione di legge o un vizio logico nella motivazione del Tribunale, ma si limitavano a proporre una diversa interpretazione dei fatti. La Corte di Cassazione, tuttavia, non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare le prove.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha affermato che la censura, per come era stata formulata, risultava parziale. Poiché la decisione del Tribunale di Sorveglianza si fondava su due autonomi pilastri, la contestazione di uno solo di essi non poteva portare all’annullamento della decisione. Inoltre, l’analisi sulla pericolosità era stata condotta dal giudice di merito sulla base di dati effettivi e con una valutazione esente da vizi evidenti. Pertanto, il tentativo del ricorrente di ottenere una nuova valutazione nel merito era inammissibile.

I giudici hanno concluso che non vi era alcuna violazione di legge, poiché la normativa sulla misura alternativa era stata applicata correttamente. Di conseguenza, il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito: per avere successo in Cassazione, un ricorso deve affrontare tutte le rationes decidendi della decisione impugnata e deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o vizi logici, non sulla semplice richiesta di una nuova valutazione dei fatti. Un ricorso inammissibile non solo comporta la conferma del provvedimento contestato, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come in questo caso, dove il ricorrente è stato condannato a versare 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni principali: era parziale, in quanto contestava solo uno dei due motivi autonomi su cui si basava la decisione del Tribunale (la pericolosità), ignorando l’altro (l’assenza di legami familiari); inoltre, le argomentazioni erano meramente rivalutative, cioè chiedevano una nuova valutazione dei fatti anziché denunciare un errore di diritto.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘meramente rivalutativo’?
Significa che l’argomento non individua una specifica violazione di legge o un errore logico nel ragionamento del giudice precedente, ma si limita a chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e giungere a una conclusione diversa. Questo non è consentito, poiché la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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