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Ricorso inammissibile: motivi non specifici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5964/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile in materia penale. I motivi, incentrati sulla contestazione di un riconoscimento fotografico e sul diniego di rinnovazione dell’istruttoria, sono stati giudicati una mera reiterazione di argomentazioni già respinte in appello, prive della necessaria specificità. La Corte ha ribadito che il giudice d’appello non è tenuto a motivare esplicitamente il rigetto di una richiesta di nuove prove se ritiene sufficienti quelle già acquisite. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello

Presentare un ricorso in Cassazione non significa avere una terza possibilità di giudizio sui fatti, ma sottoporre la decisione dei giudici di merito a un controllo di legittimità. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare un caso di ricorso inammissibile, chiarendo i requisiti di specificità che ogni impugnazione deve possedere per essere esaminata. L’ordinanza in esame evidenzia come la mera riproposizione di argomenti già discussi e respinti nei gradi precedenti non costituisca un valido motivo di ricorso.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli, decideva di presentare ricorso per Cassazione affidandosi a due principali motivi. Il primo contestava la correttezza della motivazione della sentenza d’appello in merito all’attendibilità di un riconoscimento fotografico, ritenuto decisivo per la sua condanna. Il secondo motivo, invece, lamentava il rigetto, da parte dei giudici d’appello, della sua richiesta di rinnovare l’istruttoria dibattimentale, ovvero di acquisire nuove prove.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, valutando la stessa ammissibilità dell’impugnazione. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati dal ricorrente fossero privi dei requisiti essenziali richiesti dalla legge. Di conseguenza, oltre a rigettare il ricorso, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha fornito una spiegazione chiara e lineare per la sua decisione, basandosi su principi consolidati della procedura penale.

La Genericità dei Motivi d’Appello

Il primo motivo è stato considerato ‘indeducibile’ perché si risolveva in una ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. Per la Cassazione, un motivo di ricorso non può limitarsi a ripetere le stesse doglianze, ma deve contenere una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata. Deve, in altre parole, spiegare perché la decisione dei giudici di secondo grado è errata, e non semplicemente riaffermare la propria tesi. In assenza di questa critica specifica, i motivi sono considerati solo ‘apparenti’ e quindi non validi.

Il Rigetto della Rinnovazione dell’Istruttoria

Anche il secondo motivo è stato giudicato ‘manifestamente infondato’. La Cassazione ha ricordato un importante principio di diritto: il giudice d’appello ha l’obbligo di motivare espressamente la sua decisione sulla richiesta di nuove prove solo se la accoglie. Se, al contrario, la respinge, può farlo anche implicitamente. Questo avviene quando il giudice dimostra, attraverso la motivazione della sua sentenza, di ritenere il quadro probatorio già esistente completo e sufficiente per decidere, rendendo le nuove prove richieste non ‘decisive’. Nel caso specifico, i giudici d’appello avevano già chiarito che gli elementi a disposizione erano sufficienti a fondare la responsabilità penale, soprattutto in assenza di prove di segno contrario.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un controllo sulla corretta applicazione della legge. Per questo, ogni motivo deve essere specifico, pertinente e critico nei confronti della decisione impugnata. Limitarsi a ripetere argomenti già vagliati porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, che aggrava la posizione del ricorrente.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una semplice ripetizione di argomenti già discussi e respinti nei gradi di giudizio precedenti, senza contenere una critica specifica e argomentata contro la logica della sentenza che si sta impugnando.

Il giudice d’appello è sempre obbligato a motivare il rigetto di una richiesta di nuove prove?
No. Secondo la giurisprudenza citata nell’ordinanza, il giudice d’appello deve motivare espressamente la sua decisione solo se accoglie la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria. Se la respinge, può farlo anche implicitamente, dimostrando nella sua sentenza che le prove già acquisite sono sufficienti per decidere il caso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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