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Ricorso inammissibile: motivi generici e specificità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi erano generici e miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. L’ordinanza sottolinea l’importanza della specificità dei motivi di ricorso, come previsto dal codice di procedura penale, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata possa concludersi con una declaratoria di ricorso inammissibile. La Suprema Corte di Cassazione, con la decisione numero 9389 del 2024, ha ribadito i paletti invalicabili del giudizio di legittimità, sottolineando che non rappresenta una terza istanza di merito. Analizziamo insieme i principi cardine emersi da questa pronuncia.

I Fatti Processuali

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Messina. Avverso tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza. Il primo contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua condanna, mentre il secondo lamentava la violazione di norme processuali relative all’utilizzabilità di alcuni elementi probatori. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato.

Analisi dei Motivi del Ricorso Inammissibile

La Corte ha esaminato e respinto entrambi i motivi, giudicandoli entrambi privi dei requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminati nel merito.

Il Divieto di Rivalutazione dei Fatti

Il primo motivo è stato giudicato generico e tendente a ottenere una inammissibile rivalutazione delle prove. La Cassazione ha ricordato un principio consolidato: il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di offrire una ricostruzione alternativa a quella dei giudici di merito. Il compito della Suprema Corte è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non di sostituire la propria valutazione a quella già effettuata in primo e secondo grado. Tentare di indurre la Corte a una ‘rilettura’ degli elementi di fatto, come affermato nell’ordinanza, esula completamente dai suoi poteri.

La Mancanza di Specificità e Autosufficienza

Anche il secondo motivo, relativo a presunte violazioni procedurali, è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha evidenziato come la doglianza fosse del tutto priva dei requisiti di specificità e autosufficienza imposti dall’articolo 581 del codice di procedura penale. Il ricorrente si è limitato a deduzioni generiche, senza indicare puntualmente le ragioni a sostegno della sua tesi e, soprattutto, senza spiegare quale sarebbe stata l’incidenza concreta dell’eventuale eliminazione delle prove contestate. In altre parole, non è stata superata la cosiddetta “prova di resistenza”, ovvero dimostrare che senza quegli elementi la decisione di condanna non avrebbe potuto reggere.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su principi cardine della procedura penale. Un ricorso per cassazione non può essere un pretesto per ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Deve, invece, individuare vizi specifici della sentenza impugnata, che siano errori di diritto o difetti manifesti di logica nella motivazione. La genericità dei motivi, l’assenza di un confronto critico e puntuale con la decisione contestata e il tentativo di sollecitare una nuova valutazione delle prove portano inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. È essenziale che l’atto di ricorso sia redatto con estremo rigore tecnico, concentrandosi esclusivamente su vizi di legittimità e non su questioni di fatto. In caso contrario, il risultato sarà non solo il rigetto dell’istanza, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie, con un aggravio di costi per l’assistito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici. In particolare, il primo motivo tentava di ottenere una nuova valutazione delle prove, attività non consentita in Cassazione, e il secondo motivo mancava della necessaria specificità nell’indicare le presunte violazioni procedurali.

Cosa significa che un ricorso non supera la ‘prova di resistenza’?
Significa che il ricorrente, nel lamentare l’inutilizzabilità di una prova, non riesce a dimostrare che la decisione di condanna non si sarebbe retta senza quella specifica prova. Se, anche eliminandola, il giudizio di colpevolezza rimane valido sulla base delle altre prove, il motivo di ricorso viene respinto.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è riesaminare i fatti o le prove, ma assicurare la corretta interpretazione e applicazione della legge e controllare la logicità e coerenza della motivazione delle sentenze dei giudici di primo e secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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