Ricorso inammissibile: quando i motivi sono solo una copia
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una tecnica e una precisione particolari. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di appello; è necessario formulare critiche specifiche e pertinenti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi. Vediamo nel dettaglio cosa è successo.
I fatti del caso
Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Roma, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso erano essenzialmente due. Con il primo, si contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla condanna. Con il secondo, si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non ha analizzato nel profondo le questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, giudicando l’atto di impugnazione non idoneo a proseguire. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le motivazioni: perché il ricorso inammissibile è stato respinto?
La decisione della Corte si fonda su argomentazioni precise che evidenziano i vizi dell’atto presentato. Analizziamole punto per punto.
Il primo motivo: la critica apparente e la pedissequa reiterazione
La Corte ha ritenuto il primo motivo del ricorso indeducibile, ovvero non meritevole di essere esaminato. La ragione è semplice: le argomentazioni presentate non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelle già esposte e respinte nel giudizio d’appello. In pratica, l’avvocato si era limitato a copiare e incollare i motivi del precedente atto, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Secondo la Cassazione, un ricorso, per essere valido, deve assolvere alla “tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso”. Motivi che sono solo apparenti, perché non si confrontano realmente con la decisione impugnata, rendono il ricorso inammissibile.
Il secondo motivo: il diniego delle attenuanti generiche
Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. Il ricorrente contestava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha ricordato un principio consolidato: la valutazione circa la concessione o meno di tali attenuanti è una prerogativa del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere messa in discussione in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica. In questo caso, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione considerata esente da vizi logici. Inoltre, la Cassazione ha ribadito che, per motivare il diniego delle attenuanti, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole; è sufficiente che faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi, superando implicitamente tutti gli altri.
Le conclusioni: implicazioni pratiche
Questa ordinanza ci insegna una lezione fondamentale sulla tecnica di redazione dei ricorsi per Cassazione. Non si può considerare la Suprema Corte come un terzo grado di giudizio dove ridiscutere i fatti. È un giudice di legittimità, che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità delle motivazioni.
Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Specificità dei motivi: È inutile riproporre le stesse argomentazioni già respinte. Il ricorso deve attaccare specificamente la sentenza di secondo grado, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici.
2. Limiti al sindacato sulle attenuanti: La decisione sulle attenuanti generiche è ampiamente discrezionale e può essere censurata solo in caso di illogicità manifesta, un vizio difficile da dimostrare.
3. Conseguenze economiche: Un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso ammonta a 3.000 euro.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una semplice ripetizione di quelli già esaminati e respinti in appello, oppure se contestano valutazioni di merito (come l’analisi delle prove) che non sono di competenza della Corte di Cassazione.
Cosa si intende per “critica argomentata” in un ricorso?
Significa che il ricorso non deve limitarsi a esprimere disaccordo con la decisione precedente, ma deve analizzare specificamente la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando in modo preciso e logico dove e perché il giudice di secondo grado avrebbe commesso un errore di diritto o di ragionamento.
Il giudice è obbligato a considerare tutti gli elementi forniti dalla difesa per concedere le attenuanti generiche?
No. Secondo il principio affermato dalla Corte, il giudice, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli che ritiene decisivi, poiché tale valutazione assorbe e supera tutte le altre.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 30195 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 30195 Anno 2024
Presidente: COGNOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 02/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/11/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME, ritenuto che il primo motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione pos a base del giudizio di responsabilità, è indeducibile perché fondato su motivi che si riso nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla di merito a pagina 2 della sentenza impugnata, dovendosi gli stessi considerare non specifici m soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argoment avverso la sentenza oggetto di ricorso;
considerato che il secondo motivo di ricorso, che contesta il manc:ato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, non è consentito in sede di legittimità ed è manifestamen infondato in presenza (si veda pag. 3 della sentenza impugnata) di una motivazione esente da evidenti illogicità, anche considerato il principio affermato da questa Corte, secondo cui n necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle atten generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o rilevanti, rimanendo disattesi o superati tutti gli altri da tale valutazione;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e al pagamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 2 luglio 2024
Il Consigliere Estensore