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Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18978/2024, dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice ripetizione di quelli già respinti in appello. La Corte ha stabilito che la riproposizione di argomenti, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, rende il ricorso generico. È stato inoltre confermato che la valutazione sulle attenuanti generiche, se ben motivata dal giudice di merito, non è sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega Perché i Motivi Ripetitivi Non Funzionano

L’esito di un processo penale spesso dipende non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal modo in cui queste vengono presentate nelle sedi giudiziarie competenti. Un esempio lampante ci viene offerto da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi erano una mera fotocopia di quelli già esaminati e respinti in appello. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio, ma un controllo di legittimità che richiede argomentazioni specifiche e mirate.

Il Caso in Analisi: Un Appello Respinto in Partenza

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Palermo. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha sollevato diverse questioni, contestando sia la valutazione delle prove e la sua responsabilità, sia il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Tuttavia, l’approccio difensivo si è rivelato controproducente, portando a una pronuncia sfavorevole da parte della Suprema Corte.

La Valutazione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e li ha liquidati rapidamente, evidenziando gravi carenze strutturali che ne hanno impedito l’analisi nel merito. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali.

I Motivi Generici e la “Pedissequa Reiterazione”

Il primo e il secondo motivo di ricorso, relativi alla valutazione della responsabilità penale e alla presunta violazione dell’art. 192 del codice penale, sono stati giudicati inammissibili perché non facevano altro che riproporre le stesse argomentazioni già presentate e puntualmente respinte dalla Corte di Appello. La Cassazione definisce questo approccio come una “pedissequa reiterazione”, sottolineando che tali motivi sono “non specifici ma soltanto apparenti”. In altre parole, un ricorso in Cassazione deve contenere una critica argomentata e specifica rivolta contro la sentenza impugnata, evidenziandone gli errori di diritto, e non può limitarsi a ripetere le doglianze precedenti. Mancando questa critica mirata, il ricorso perde la sua funzione e diventa, appunto, inammissibile.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è stato respinto. La Corte ha chiarito che tale questione non è consentita in sede di legittimità quando il giudice di merito ha fornito una motivazione adeguata. Nel caso di specie, la Corte di Appello aveva spiegato in modo sufficiente e giuridicamente corretto le ragioni del diniego, individuando nelle “modalità del fatto” una condizione ostativa al loro riconoscimento. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo verificare che la motivazione sia logica e non contraddittoria, come avvenuto in questo caso.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare e didattiche. Il ricorso per cassazione non è una terza istanza per riesaminare i fatti, ma un rimedio straordinario per controllare la corretta applicazione della legge. Quando un ricorso si limita a ripetere argomenti già disattesi, senza confrontarsi criticamente con le ragioni della decisione impugnata, esso si rivela inutile e processualmente scorretto. Per quanto riguarda le attenuanti, la decisione si allinea a un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamato con la sentenza n. 32872/2022), secondo cui la valutazione del giudice di merito sulle circostanze del reato è insindacabile in Cassazione se supportata da una motivazione congrua.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione importante: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata specializzazione tecnica. Non è sufficiente essere convinti delle proprie ragioni; è indispensabile saperle articolare secondo le rigide regole del giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile non solo priva l’imputato dell’ultima possibilità di difesa, ma comporta anche una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. La difesa tecnica deve quindi evolvere a ogni grado di giudizio, adattando le proprie strategie alle specifiche funzioni di ciascuna corte.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una mera e pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi, risultando così non specifici ma solo apparenti.

È possibile contestare in Cassazione il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche?
No, non è consentito in sede di legittimità lamentare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche se la Corte d’Appello ha fornito una motivazione sufficiente e giuridicamente corretta per il diniego, basata, come in questo caso, sulle modalità del fatto quale condizione ostativa.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questa specifica ordinanza, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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