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Ricorso inammissibile: motivi generici e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione del Codice della Strada. La decisione si basa sulla natura generica e aspecifica dei motivi di ricorso, che non contestavano adeguatamente la sentenza precedente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Motivi Specifici

Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente esprimere un generico dissenso. È fondamentale articolare critiche precise e puntuali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio a causa della genericità dei motivi addotti. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le severe conseguenze di una sua errata formulazione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato previsto dall’articolo 186-bis, comma 6, del Codice della Strada, e condannato a otto mesi di arresto e 2.000,00 euro di ammenda. Non soddisfatto della decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. La difesa sosteneva che i giudici di merito avrebbero dovuto pronunciare una sentenza di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Suprema Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un punto cruciale della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici e non possono limitarsi a una critica generica della sentenza impugnata. Secondo i giudici, il motivo presentato non era deducibile in sede di legittimità, poiché non affrontava in modo adeguato e puntuale le argomentazioni logico-giuridiche che avevano portato alla condanna nei gradi di merito.

L’Applicazione dell’Art. 591 del Codice di Procedura Penale

La Corte ha applicato l’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, che sancisce l’inammissibilità del ricorso quando i motivi sono manifestamente infondati o non consentiti dalla legge. In questo caso, la genericità è stata equiparata a una manifesta infondatezza, poiché il ricorso non ha permesso alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, non avendo l’appellante ‘dialogato’ criticamente con la motivazione della sentenza precedente.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono chiare e dirette. I giudici di legittimità hanno osservato che la sentenza della Corte d’Appello aveva ben rappresentato e giustificato le ragioni della conferma della responsabilità penale dell’imputato e della congruità della pena. La motivazione era stata ritenuta immune da vizi logici o giuridici.

Il ricorso, al contrario, è stato giudicato ‘del tutto generico ed aspecifico’. Non ha puntualizzato le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e, soprattutto, non si è confrontato in modo adeguato con le argomentazioni della sentenza impugnata. In sostanza, l’appellante non ha spiegato perché il ragionamento dei giudici di merito fosse errato, limitandosi a riproporre una richiesta di proscioglimento senza smontare la struttura logica della condanna.

Le Conclusioni

La declaratoria di ricorso inammissibile ha comportato due importanti conseguenze per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, il versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per legge in questi casi, come confermato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.

Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla giustizia di legittimità richiede rigore e precisione. Un ricorso per cassazione deve essere un atto tecnico che individua specifici errori di diritto o vizi logici nella sentenza impugnata, non una generica richiesta di riesame del caso. La mancata osservanza di questi requisiti non solo impedisce l’analisi del merito, ma comporta anche significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano ‘del tutto generici ed aspecifici’. Non puntualizzavano le ragioni di critica in fatto e in diritto e non si confrontavano adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata, violando i requisiti dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per legge la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Cosa significa che la motivazione della corte di merito era ‘immune da vizi logico-giuridici’?
Significa che il ragionamento seguito dai giudici d’appello per confermare la condanna era coerente, logico e correttamente fondato sulle norme di diritto applicabili al caso, rendendo quindi la decisione giuridicamente solida e non criticabile sotto questo profilo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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