LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivazioni generiche

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 5 maggio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’imputata non ha specificato le ragioni di fatto e di diritto contro la sentenza della Corte d’Appello, portando alla conferma della decisione e alla condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza di Motivi Specifici

Quando si presenta un’impugnazione, la precisione è tutto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi vaghi e generici. Questo caso offre una lezione cruciale sull’importanza di strutturare un’impugnazione che dialoghi criticamente e puntualmente con la decisione che si intende contestare.

I Fatti del Caso

Una donna, condannata dalla Corte d’Appello di Palermo con una sentenza del 19 settembre 2024, ha proposto ricorso per cassazione. La ricorrente lamentava la violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, sostenendo che non fossero emersi elementi sufficienti a dimostrare la sua responsabilità per il reato contestatole.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, nell’udienza del 5 maggio 2025, ha analizzato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione, pur sintetica, è estremamente chiara nel delineare i requisiti di un’impugnazione valida.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su una constatazione netta: le doglianze presentate dalla ricorrente erano ‘del tutto generiche’. Questo significa che i motivi del ricorso non erano sufficientemente specifici da consentire un esame nel merito.

In particolare, i giudici hanno evidenziato due carenze fondamentali:

1. Mancato Confronto: Il ricorso non si confrontava con le argomentazioni sviluppate nella sentenza della Corte d’Appello. Invece di smontare punto per punto il ragionamento dei giudici di secondo grado, la ricorrente si è limitata a riaffermare la propria estraneità ai fatti.
2. Assenza di Specificità: Non venivano indicate in modo chiaro le ragioni di fatto e di diritto che avrebbero dovuto sostenere l’impugnazione. La legge processuale richiede che chi impugna una sentenza spieghi precisamente perché quella decisione è sbagliata, indicando quali prove sono state valutate erroneamente o quali norme sono state applicate in modo scorretto.

Secondo la Corte, limitarsi a invocare l’assenza di elementi di responsabilità, senza argomentare nel dettaglio contro la motivazione della sentenza precedente, rende il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito per tutti gli operatori del diritto. Per avere una possibilità di successo, un ricorso in Cassazione deve essere un’analisi critica e dettagliata della sentenza impugnata. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso. È necessario, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, costruire un’argomentazione solida, che individui le specifiche falle logiche o giuridiche della decisione precedente. In caso contrario, il risultato sarà non solo il rigetto dell’istanza, ma anche l’addebito di ulteriori costi, come le spese processuali e la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano ‘del tutto generici’, non si confrontavano con le argomentazioni della sentenza d’appello e non indicavano specificamente le ragioni di fatto e di diritto a loro sostegno.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Le conseguenze, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale e applicato in questo caso, sono la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa presentare ‘doglianze generiche’ in un ricorso?
Significa avanzare lamentele o motivi di impugnazione in modo vago, senza contestare in maniera specifica e dettagliata i punti della motivazione della sentenza che si intende appellare. È l’opposto di un motivo specifico, che invece analizza e critica puntualmente il ragionamento del giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati