Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che offre spunti di riflessione sul tema del ricorso inammissibile nel processo penale. Sebbene il documento a nostra disposizione sia sintetico, permette di analizzare le dinamiche procedurali che portano alla chiusura di un giudizio di legittimità. Questo articolo esplora il caso, partendo da un’impugnazione contro una decisione della Corte d’Appello di Genova, per illustrare cosa accade quando un ricorso non supera il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.
Il Contesto Processuale: Dall’Appello alla Cassazione
Il percorso giudiziario in esame ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova in data 4 luglio 2024. Avverso tale decisione, la parte soccombente ha proposto ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento, che ha il compito di verificare la corretta applicazione del diritto da parte dei giudici di merito.
Il caso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione. Durante l’udienza del 21 marzo 2025, il Consigliere Relatore ha esposto i fatti di causa e le questioni giuridiche sollevate dal ricorrente, fornendo al collegio gli elementi necessari per la deliberazione.
La Decisione della Suprema Corte e il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione si è pronunciata con un’ordinanza. A differenza della sentenza, che decide nel merito la controversia, l’ordinanza è tipicamente utilizzata per risolvere questioni procedurali. In questo contesto, la forma dell’ordinanza suggerisce una decisione sull’ammissibilità del ricorso stesso.
Un ricorso inammissibile è un’impugnazione che non può essere esaminata nel merito perché priva di requisiti formali o sostanziali prescritti dalla legge. Ciò significa che i giudici non entrano nemmeno nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si fermano a una valutazione preliminare che ne decreta l’improcedibilità.
Le Motivazioni (Analisi Generale)
Il documento non esplicita le specifiche ragioni dell’inammissibilità. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica chiaramente quali violazioni di legge o vizi di motivazione si contestano alla sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: Il ricorrente chiede alla Cassazione una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Manifesta infondatezza: I motivi appaiono palesemente privi di pregio giuridico, senza necessità di un approfondito esame.
* Vizi formali: L’atto di ricorso non rispetta i requisiti di forma o di sottoscrizione previsti dal codice di procedura penale.
Nel caso di specie, la Corte, dopo aver ascoltato la relazione, ha evidentemente riscontrato uno di questi ostacoli procedurali, decidendo per l’inammissibilità.
Le Conclusioni
Le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità sono significative. In primo luogo, la sentenza impugnata, quella della Corte d’Appello di Genova, diventa definitiva e irrevocabile. Questo significa che la condanna o l’assoluzione in essa contenuta non può più essere messa in discussione.
In secondo luogo, il ricorrente è solitamente condannato al pagamento delle spese processuali. A ciò si aggiunge, nel processo penale, il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la proposizione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. La decisione della Cassazione, pertanto, non solo chiude la vicenda processuale ma comporta anche un onere economico per chi ha tentato, senza successo, l’ultima via di impugnazione.
Cosa si intende per ‘ordinanza’ della Corte di Cassazione?
L’ordinanza è un provvedimento giudiziario con cui la Corte decide su questioni procedurali, come l’ammissibilità di un ricorso, senza entrare nel merito della questione. Si distingue dalla sentenza, che invece risolve la controversia nel fondo.
Quali sono le principali conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta che la sentenza impugnata diventi definitiva e non più modificabile. Inoltre, il ricorrente viene di norma condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore in un’udienza di Cassazione?
Il Consigliere Relatore è il giudice del collegio a cui è stato affidato lo studio approfondito del caso. Durante l’udienza, egli espone i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche rilevanti agli altri giudici, fornendo la base per la discussione e la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13654 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13654 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOMECOGNOME nato a GUAYAQUIL( ECUADOR) il 23/04/1991
avverso la sentenza del 04/07/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce un motivo afferente alla determinazione del trattamento punitivo (diniego delle circostanze attenuanti generiche) benché
la sentenza impugnata sia sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto (si veda le pagine da 6 a 8);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente a pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della
cassa delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025
Il Pr idente