LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: limiti e motivi di Cassazione

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi erano una mera ripetizione di quanto già deciso in appello e per l’introduzione di nuove censure non consentite in sede di legittimità, come il travisamento della prova in presenza di doppia conforme. La Corte ha confermato la condanna, sottolineando come non sia possibile un riesame del merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione definisca i confini del proprio giudizio, dichiarando un ricorso inammissibile quando non rispetta i rigidi criteri procedurali. Questo caso evidenzia l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e pertinenti, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito. Analizziamo insieme i principi cardine che hanno guidato la decisione dei giudici supremi.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto e un Ricorso Generico

I fatti processuali partono da una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato una decisione di condanna. L’imputato, non rassegnato, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali. Il primo motivo riguardava la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), mentre il secondo lamentava un presunto travisamento della prova da parte dei giudici di merito.

Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto entrambe le doglianze, giudicando il ricorso nel suo complesso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Limiti al Ricorso e la Dichiarazione di Inammissibilità

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale che delimitano rigorosamente l’accesso al giudizio di legittimità. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione di merito; è necessario che i motivi di ricorso denuncino vizi specifici previsti dalla legge.

La Reiterazione dei Motivi d’Appello

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato una mera riproposizione di quanto già discusso e rigettato dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha ribadito che il ricorso non può essere una semplice ripetizione delle argomentazioni precedenti, ma deve contenere una critica argomentata e specifica rivolta proprio alla motivazione della sentenza impugnata. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ampiamente giustificato il diniego della particolare tenuità del fatto, evidenziando il rilevante valore economico dei beni, il profitto che ne sarebbe derivato e la condotta dell’imputato volta a occultarne la provenienza illecita. Il ricorrente, omettendo di confrontarsi con queste argomentazioni, ha reso il suo motivo di ricorso non specifico e, quindi, inammissibile.

Il Divieto di Nuove Censure in Sede di Legittimità

Ancora più netto è il giudizio sul secondo motivo. Il ricorrente ha lamentato un travisamento della prova per la prima volta dinanzi alla Cassazione. Questo è vietato, soprattutto in presenza di una cosiddetta “doppia conforme”, ovvero quando le sentenze di primo e secondo grado arrivano alla stessa conclusione. Introdurre una simile censura in sede di legittimità significa, di fatto, chiedere alla Suprema Corte di riesaminare le prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito. Tale manovra viola i limiti del principio devolutivo e tenta un improprio ampliamento dell’oggetto del giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha concluso che il ricorrente, pur mascherando le sue critiche come vizi di motivazione (mancanza, contraddittorietà, illogicità manifesta), stava in realtà contestando la valutazione delle prove e quindi il merito della decisione. I giudici hanno invece ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse logica, coerente e giuridicamente corretta. Le sentenze di merito avevano chiaramente esplicitato le ragioni del loro convincimento, applicando correttamente i criteri di valutazione probatoria, come per esempio l’analisi delle dichiarazioni del coimputato e della testimonianza del figlio dell’imputato. Pertanto, in assenza di vizi logici rilevabili, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Il giudizio di legittimità non è una terza istanza dove si può ridiscutere l’intera vicenda processuale. È, invece, un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica della motivazione. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche negative per il ricorrente, come la condanna alle spese e a una sanzione. La redazione di un ricorso per Cassazione richiede, dunque, un’analisi tecnica e approfondita, focalizzata esclusivamente sui vizi tassativamente previsti dalla legge e sulla loro specifica argomentazione critica rispetto alla sentenza impugnata.

Perché il primo motivo di ricorso è stato ritenuto inammissibile?
È stato ritenuto una semplice e non specifica ripetizione di quanto già sostenuto e respinto in appello, senza presentare una critica argomentata contro la sentenza impugnata.

È possibile denunciare per la prima volta in Cassazione un “travisamento della prova”?
No, la legge non lo consente, specialmente in presenza di una “doppia conforme” (due sentenze di merito con la stessa conclusione), perché ciò sottrarrebbe la questione al giudice d’appello e amplierebbe impropriamente l’oggetto del giudizio di legittimità.

Qual è stato l’esito finale per il ricorrente?
Il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile e di conseguenza è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati