Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Quando un ricorso si limita a contestare la valutazione dei fatti compiuta dal giudice precedente, senza individuare reali vizi di legge, il suo esito è segnato: sarà dichiarato ricorso inammissibile. Questo caso offre uno spunto chiaro per comprendere i limiti dell’appello alla Suprema Corte e le conseguenze di un’impugnazione mal impostata.
I Fatti del Ricorso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza del Tribunale di Torino. L’imputato, condannato in precedenza, ha adito la Corte di Cassazione lamentando un unico motivo: un presunto ‘vizio di motivazione’ nella sentenza che affermava la sua responsabilità penale. In sostanza, il ricorrente non contestava un’errata applicazione di una norma di legge, bensì il modo in cui il giudice di merito aveva interpretato le prove e ricostruito i fatti.
I Limiti del Giudizio di Cassazione e il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha il compito di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Questo la definisce come ‘giudice di legittimità’, non di merito. Cosa significa in pratica? La Corte non può:
* Riesaminare le prove (documenti, testimonianze, perizie).
* Sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice precedente.
* Accogliere doglianze che mirano a ottenere una diversa ricostruzione della vicenda.
Un ricorso, per essere ammissibile in Cassazione, deve denunciare errori di diritto (violazione di legge) o vizi logici manifesti e decisivi nella motivazione della sentenza impugnata. Proporre una diversa lettura delle risultanze processuali è un’attività preclusa in questa sede, rendendo inevitabilmente il ricorso inammissibile.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha rigettato l’istanza con una motivazione netta e fondata su una giurisprudenza consolidata. I giudici hanno rilevato che il motivo addotto dal ricorrente non era consentito dalla legge in sede di legittimità. Le critiche mosse alla sentenza del Tribunale erano semplici ‘mere doglianze in punto di fatto’, finalizzate a proporre una ‘diversa valutazione delle risultanze istruttorie’.
In altre parole, l’appellante chiedeva alla Cassazione di fare ciò che non può fare: un nuovo processo nel merito. La Corte ha sottolineato che tale approccio è precluso e, di conseguenza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione ha comportato non solo il rigetto dell’appello, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende, avendo ravvisato profili di colpa nella proposizione di un ricorso privo dei requisiti di legge.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
L’ordinanza in esame è un monito importante per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. È essenziale che il ricorso sia tecnicamente ben fondato su vizi di legittimità e non su una semplice insoddisfazione per l’esito del giudizio di merito. Tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La decisione conferma che l’accesso alla Suprema Corte è riservato a questioni di diritto, salvaguardando il suo ruolo di garante della legalità e uniformità della giurisprudenza nazionale.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava su mere contestazioni di fatto e mirava a ottenere una diversa valutazione delle prove, attività che non è permessa nel giudizio di legittimità della Corte di Cassazione.
Cosa non può fare la Corte di Cassazione quando esamina un ricorso?
La Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito i fatti della causa né sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) in favore della Cassa delle Ammende, soprattutto se viene ravvisata una colpa nella proposizione dell’impugnazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1581 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1581 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 06/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a SAVA il 12/04/1952
avverso la sentenza del 19/03/2024 del TRIBUNALE di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che con un unico motivo di ricorso si deduce vizio di motivazione in relazione all’affermazione di responsabilità;
Ritenuto che il motivo dedotto non è consentito dalla legge in sede di legittimità perché costituito da mere doglianze in punto di fatto, volte a pro una diversa valutazione delle risultanze istruttorie, preclusa in sede di legit (Sez.6,n.27429 del 04/07/2006, Rv.234559; Sez. 5, n. 39048/2007, Rv. 238215; Sez. 6, n. 25255 del 2012, Rv.253099; cfr. Sez. 6, 26.4.2006, n. 22256, R 234148).
Ritenuto che, pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, co condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle Ammende, non potendosi escludere profil di colpa nella proposizione del ricorso.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, 06/12/2024