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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sul principio che il giudizio di legittimità non consente una nuova valutazione dei fatti già esaminati nei gradi precedenti. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Non Rilegge i Fatti

Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere i limiti del suo giudizio. Un recente provvedimento ha ribadito un principio cardine della procedura penale: la Corte Suprema non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un giudice di legittimità. Questo significa che un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile per chi cerca di ottenere una semplice rivalutazione delle prove. Analizziamo insieme questa ordinanza per capirne le implicazioni pratiche.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine da un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli il 3 ottobre 2024. Un soggetto, destinatario di tale provvedimento, decideva di impugnarlo presentando ricorso alla Corte di Cassazione. L’obiettivo del ricorrente era, presumibilmente, ottenere un annullamento o una riforma della decisione a lui sfavorevole, facendo leva su alcuni elementi che riteneva positivi, come la disponibilità a svolgere attività di volontariato.

I Limiti di un Ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 30 gennaio 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di questa decisione è puramente procedurale ma di fondamentale importanza. Il ricorrente, infatti, non lamentava una violazione di legge o un vizio logico nella motivazione del provvedimento impugnato, ma si limitava a sollecitare una “non consentita rilettura degli elementi di fatto”.

In altre parole, chiedeva alla Suprema Corte di riconsiderare le prove e i fatti già valutati dal Tribunale di Sorveglianza, proponendo però parametri di valutazione diversi. Questo tipo di richiesta esula completamente dalle competenze della Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non stabilire se i fatti si siano svolti in un modo o in un altro.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle motivazioni, i giudici hanno chiarito che gli elementi positivi portati dal ricorrente (come la menzionata disponibilità al volontariato) erano stati correttamente considerati dal giudice precedente, ma ritenuti “recessivi”, ovvero di minor peso rispetto ai numerosi e rilevanti elementi di segno contrario. Tentare di convincere la Cassazione a dare un peso diverso a questi fatti costituisce un’istanza di riesame del merito, non consentita in sede di legittimità. La Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (Sez. 6, n. 5465 del 2020) per rafforzare il principio secondo cui il ricorso non può trasformarsi in un appello mascherato.

Le Conclusioni della Corte e le Conseguenze

La declaratoria di inammissibilità ha avuto conseguenze economiche dirette per il ricorrente. Oltre a vedere respinta la sua istanza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali. A ciò si è aggiunta la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione, quindi, non solo conferma un consolidato principio processuale ma funge anche da monito sull’importanza di strutturare un ricorso in Cassazione in modo tecnicamente corretto, concentrandosi sui vizi di legittimità e non su una sterile riproposizione dei fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non ha lamentato una violazione di legge, ma si è limitato a chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti già esaminati dal Tribunale di Sorveglianza, cosa non permessa in sede di giudizio di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona il cui ricorso viene dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a tremila euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un caso?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o i fatti del caso. Il suo ruolo è quello di giudice di legittimità, ovvero controlla che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e che la loro motivazione sia logica e non contraddittoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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