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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Perugia. La decisione ribadisce che il giudizio di legittimità non può riesaminare i fatti del processo, ma deve limitarsi a controllare la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non entra nel merito

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità, chiarendo perché un ricorso inammissibile non può trasformare la Suprema Corte in un terzo grado di giudizio sui fatti. La decisione, emessa dalla Settima Sezione Penale, ha confermato una sentenza della Corte d’Appello di Perugia, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

I Fatti del Processo

Una donna, nata a Terni nel 1994, aveva presentato ricorso in Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Perugia nel febbraio 2024. L’obiettivo del ricorso era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma di tale decisione. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Questa declaratoria ha comportato due conseguenze economiche dirette per la ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento in Cassazione sono stati posti a suo carico.
2. Condanna al pagamento di una somma di 3.000,00 euro: tale importo è stato destinato alla Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di reinserimento per i detenuti.

Questa decisione, presa il 4 giugno 2025, non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale dell’impugnazione.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La parte centrale dell’ordinanza è la motivazione che spiega perché il ricorso non poteva essere accolto. La Corte richiama un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite nella sentenza “Polito” (n. 14722/2020), secondo cui il compito della Cassazione non è quello di riesaminare i fatti o di valutare l’adeguatezza delle argomentazioni del giudice di merito.

Il ruolo della Suprema Corte è, per espressa volontà del legislatore, quello di verificare la sussistenza di un “logico apparato argomentativo” nella decisione impugnata. In altre parole, il giudice di legittimità controlla che la motivazione della sentenza sia coerente, non contraddittoria e non palesemente illogica. Non può, invece, sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice che ha esaminato le prove (primo e secondo grado).

L’unica eccezione a questa regola, come specificato nell’art. 606, comma 1, lettera e) del codice di procedura penale, riguarda l’ipotesi di un errore del giudice nella lettura degli atti processuali, un vizio che deve essere chiaramente denunciato e provato nel ricorso. Nel caso di specie, il ricorso non rientrava in queste ristrette casistiche, proponendo di fatto una rivalutazione del merito preclusa in sede di legittimità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito per chi intende presentare ricorso in Cassazione. Dimostra che un’impugnazione basata su un semplice dissenso rispetto alla valutazione delle prove o all’interpretazione dei fatti operata dai giudici di merito è destinata a essere dichiarata inammissibile. Per avere successo, il ricorso deve concentrarsi su vizi specifici previsti dalla legge, come la violazione di norme giuridiche o un’illogicità manifesta della motivazione che emerga dal testo stesso della sentenza. In assenza di tali vizi, il tentativo di ottenere un “terzo giudizio” si traduce unicamente in una condanna a ulteriori spese.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non denuncia vizi di legittimità (come violazioni di legge o manifesta illogicità della motivazione), ma mira a ottenere un riesame dei fatti o una nuova valutazione dell’adeguatezza delle argomentazioni del giudice di merito, compiti che non spettano alla Corte di Cassazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato e al versamento di una somma di denaro, in questo caso 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.

Qual è il ruolo principale della Corte di Cassazione secondo questa ordinanza?
Il ruolo della Corte di Cassazione è quello di controllare la correttezza giuridica e la coerenza logica della sentenza impugnata. Non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un giudice della legittimità, che assicura l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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