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Ricorso inammissibile: le scadenze da rispettare

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una richiesta di estradizione verso il Brasile. La decisione si fonda sulla tardività dell’impugnazione, presentata oltre il termine perentorio di quindici giorni. Il caso sottolinea l’importanza cruciale del rispetto delle scadenze processuali, la cui violazione impedisce al giudice di esaminare il merito della questione.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per tardività: quando il tempo è tutto

Nel mondo del diritto, il tempo non è un’opinione, ma un requisito fondamentale. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, dichiarando un ricorso inammissibile perché presentato fuori tempo massimo. Questa decisione, relativa a un caso di estradizione, evidenzia come il mancato rispetto delle scadenze processuali possa avere conseguenze definitive, precludendo ogni possibilità di discutere le ragioni di merito. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda e le lezioni che se ne possono trarre.

I fatti del caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di estradizione avanzata dalla Repubblica federativa del Brasile nei confronti di un cittadino straniero per reati molto gravi, tra cui tratta di persone, sequestro di persona a scopo di estorsione e sfruttamento della prostituzione. La Corte di Appello di Roma aveva dato il via libera alla procedura, ritenendo sussistenti le condizioni per la consegna del soggetto alle autorità brasiliane.

Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, come vedremo, un errore procedurale ha segnato l’esito finale della sua impugnazione.

La decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non è nemmeno entrata nel merito delle argomentazioni difensive. Il suo giudizio si è fermato a un controllo preliminare, quello relativo alla tempestività del ricorso. I giudici hanno constatato che l’impugnazione era stata presentata in ritardo, rendendo di fatto il ricorso inammissibile.

La sentenza della Corte d’Appello era stata notificata al difensore e all’imputato tra il 14 e il 15 febbraio 2024. Secondo l’articolo 585 del codice di procedura penale, il termine per presentare ricorso è di quindici giorni. Tale termine scadeva, quindi, il 2 marzo 2024. Il ricorso è stato invece depositato solo il 3 aprile 2024, oltre un mese dopo la scadenza.

Le motivazioni

La motivazione della Corte di Cassazione è puramente processuale e si basa su un principio cardine del nostro ordinamento: la perentorietà dei termini. I termini stabiliti dalla legge per compiere un atto processuale non sono derogabili. Il loro mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di compiere quell’atto.

Nel caso specifico, la tardività del ricorso ha fatto scattare l’applicazione dell’articolo 591 del codice di procedura penale, che elenca le cause di inammissibilità dell’impugnazione, tra cui proprio il mancato rispetto dei termini. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità con una procedura semplificata (de plano), senza necessità di udienza, come previsto dall’articolo 610, comma 5-bis, dello stesso codice.

Oltre a respingere il ricorso, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per chi adisce la giustizia con impugnazioni inammissibili.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito sull’importanza fondamentale del rispetto delle regole e delle scadenze processuali. Un errore, anche apparentemente piccolo come il calcolo di un termine, può vanificare un’intera strategia difensiva e precludere l’accesso a un grado di giudizio. La decisione conferma che i requisiti formali non sono meri cavilli, ma garanzie di ordine e certezza del diritto, essenziali per il corretto funzionamento della giustizia. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti attenti e scrupolosi, consapevoli che nel processo ogni giorno conta.

Qual è il motivo principale per cui il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato tardivamente, ovvero oltre il termine perentorio di quindici giorni previsto dalla legge per impugnare la sentenza della Corte di Appello.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta che la Corte non può esaminare le ragioni e i motivi del ricorso. La decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Qual era la scadenza esatta per la presentazione del ricorso in questo caso?
Essendo la sentenza stata notificata il 15 febbraio 2024, il termine di quindici giorni per l’impugnazione scadeva il 2 marzo 2024. Il ricorso, invece, è stato depositato il 3 aprile 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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