Ricorso Inammissibile: la Cassazione Condanna al Pagamento di Spese e Ammenda
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 18 febbraio 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Questo tipo di pronuncia, sebbene di natura prettamente procedurale, ha implicazioni concrete e onerose per la parte che decide di impugnare un provvedimento senza un valido fondamento giuridico. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue ripercussioni.
Il Caso in Analisi: un’Impugnazione Davanti alla Suprema Corte
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 20 settembre 2024. Il ricorrente, ritenendo ingiusta la decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. L’obiettivo era ottenere una riforma della pronuncia impugnata. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità ha preso una direzione diversa da quella sperata, fermandosi a una valutazione preliminare dell’atto di impugnazione.
La Decisione della Suprema Corte e le Conseguenze del Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere relatore e aver dato avviso alle parti, ha emesso una secca e inequivocabile ordinanza. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito della controversia, ovvero non valuta se la Corte d’Appello avesse ragione o torto. Si limita a constatare che l’atto di impugnazione mancava dei presupposti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere esaminato.
La conseguenza diretta di tale declaratoria non è stata solo la conferma della sentenza impugnata, ma anche l’applicazione di sanzioni economiche a carico del ricorrente. Egli è stato condannato a sostenere due tipi di pagamenti:
1. Le spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento in Cassazione.
2. Una somma di euro tremila: a titolo di sanzione, da versare in favore della Cassa delle ammende, un ente destinato a finanziare progetti di recupero e reinserimento sociale.
Le Motivazioni della Sanzione
Sebbene l’ordinanza non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, la decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una prassi consolidata. Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario; dall’altro, sanzionare l’abuso dello strumento processuale. La legge prevede infatti questa sanzione pecuniaria proprio nei casi in cui l’impugnazione si riveli priva di serie possibilità di accoglimento, configurandosi come un tentativo infruttuoso di ritardare l’esecutività della condanna.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La pronuncia in esame ribadisce un principio cruciale nella procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a censure specifiche e fondate su vizi di legittimità. Un’impugnazione non può essere un mero tentativo di riesaminare i fatti già valutati nei gradi di merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile comporta non solo l’impossibilità di ottenere una revisione della decisione, ma anche l’irrogazione di sanzioni economiche significative. Questo deve servire da monito per chi intende adire la Suprema Corte: è indispensabile una rigorosa valutazione preliminare sulla fondatezza dei motivi, al fine di evitare conseguenze pregiudizievoli sia dal punto di vista legale che economico.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione, ma ha respinto l’impugnazione perché priva dei requisiti di forma o di sostanza previsti dalla legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali del giudizio e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione.
La Corte di Cassazione ha valutato se la sentenza della Corte d’Appello fosse giusta?
No. La dichiarazione di inammissibilità ha impedito alla Corte di entrare nel merito della vicenda e di valutare la correttezza della decisione impugnata. La sentenza della Corte d’Appello è quindi diventata definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14928 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14928 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il 23/02/1963
avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la violazione di legge
ed il vizio motivazionale in relazione al giudizio di penale responsabilità del prevenuto, è indeducibile poiché riproduttivo di profili di censura già
adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dai giudici di merito e, perciò, non scandito da specifica analisi critica delle argomentazioni alla
base della sentenza impugnata (si vedano, in particolare, pagg. 2 – 4 della sentenza impugnata sulle risultanze probatorie comprovanti il reato di ricettazione
contestatogli);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 18/02/2025
Il onsigliere Estensore