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Ricorso inammissibile: le sanzioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 18/03/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila. A seguito della decisione, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende, confermando le severe conseguenze per gli appelli privi dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e fondatezza giuridica. Quando un ricorso inammissibile viene presentato, le conseguenze possono essere significative non solo dal punto di vista processuale, ma anche economico. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione Penale ci offre un chiaro esempio delle sanzioni previste in questi casi, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta prima di adire la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello de L’Aquila il 16 settembre 2024. La parte ricorrente, sentendosi lesa dalla decisione di secondo grado, ha deciso di proporre impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione, affidando al massimo organo della giurisdizione il compito di riesaminare la legittimità del provvedimento.

La Suprema Corte, riunitasi in udienza il 18 marzo 2025, ha analizzato gli atti del procedimento e ha ascoltato la relazione del Consigliere designato prima di deliberare.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità e Sanzioni

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. Con la sua ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, bloccando l’analisi sul nascere a causa di vizi procedurali o della manifesta infondatezza dei motivi proposti.

Le conseguenze per la ricorrente non si sono limitate alla conferma della sentenza impugnata. La Corte ha infatti emesso una duplice condanna economica:

1. Pagamento delle spese processuali: la ricorrente è stata obbligata a sostenere tutti i costi relativi al giudizio di Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle Ammende: è stata inoltre condannata al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni della Condanna Pecuniaria

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio i motivi specifici dell’inammissibilità (come di consueto in questo tipo di provvedimenti sintetici), la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle Ammende è un indicatore importante. Questa sanzione, infatti, viene tipicamente irrogata quando l’inammissibilità è riconducibile a una colpa del ricorrente.

Le cause di un ricorso inammissibile possono essere varie: la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in Cassazione) o la manifesta infondatezza delle argomentazioni. La condanna alla Cassa delle Ammende funge da deterrente contro ricorsi presentati in modo avventato o dilatorio, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un controllo di legittimità. L’accesso a questo strumento deve essere ponderato e basato su solidi motivi di diritto. La declaratoria di ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta conseguenze economiche tangibili e severe.

Per i cittadini e i professionisti del diritto, questo provvedimento serve da monito: è essenziale effettuare un’analisi preliminare scrupolosa sulla fondatezza e ammissibilità del ricorso prima di intraprendere questa via. In caso contrario, il rischio è di incorrere non solo nel pagamento delle spese legali, ma anche in una sanzione pecuniaria che rende la scelta dell’impugnazione ancora più onerosa.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito delle questioni sollevate.

Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese del processo e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.

Cosa significa in termini pratici che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che l’impugnazione presenta dei vizi formali o sostanziali (es. motivi non consentiti, presentazione fuori termine) tali da impedirne l’esame nel merito da parte della Corte. La decisione impugnata diventa quindi definitiva e si può incorrere in sanzioni pecuniarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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