Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza
Quando si impugna una sentenza, l’esito non è sempre una decisione nel merito della questione. A volte, il percorso si interrompe prima, con una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo esito, apparentemente solo procedurale, comporta conseguenze pratiche molto significative per chi ha proposto l’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare cosa accade in questi casi e quali sono i costi associati a un ricorso che non supera il vaglio preliminare della Corte.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine dall’impugnazione di una sentenza emessa dal Tribunale di Frosinone il 1° ottobre 2024. Un soggetto, ritenendosi leso dalla decisione di primo grado, ha proposto ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, che ha fissato l’udienza per la discussione nel marzo del 2025.
La Decisione della Corte di Cassazione
All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei motivi proposti dal ricorrente. Con un provvedimento snello, definito ‘ordinanza’, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile.
Questa decisione ha avuto due effetti immediati e gravosi per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: L’imputato è stato condannato a sostenere tutti i costi relativi al giudizio di legittimità.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, è stato condannato al pagamento di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.
La declaratoria di inammissibilità ha reso, di fatto, definitiva e irrevocabile la sentenza del Tribunale di Frosinone.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita i motivi specifici che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che portano a tale esito. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui:
* Vizi di forma: Ad esempio, la mancata sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione o il mancato rispetto dei termini per la presentazione.
* Motivi non consentiti: Quando si propongono questioni di fatto o di merito, che la Corte di Cassazione non può valutare, essendo il suo compito limitato alla corretta applicazione della legge (violazioni di legge o vizi di motivazione).
* Aspecificità dei motivi: Se i motivi di ricorso sono generici, ripetitivi delle argomentazioni già esposte nei gradi precedenti o non si confrontano criticamente con le ragioni della sentenza impugnata.
In sostanza, la Corte effettua un filtro preliminare per escludere le impugnazioni che non hanno i requisiti minimi per essere discusse nel merito, evitando così di appesantire il proprio lavoro con questioni infondate o mal poste.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La decisione analizzata sottolinea un principio fondamentale del diritto processuale: l’impugnazione è uno strumento serio, da utilizzare con perizia e solo quando sussistono validi motivi di diritto. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro; al contrario, accelera la definitività della condanna e aggiunge un’ulteriore sanzione economica a carico dell’imputato. Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale e, dall’altro, finanziare la Cassa delle ammende, un ente destinato al miglioramento del sistema penitenziario. Per i cittadini e gli avvocati, questo serve da monito sull’importanza di preparare un ricorso in modo tecnicamente ineccepibile, fondato su solide argomentazioni giuridiche, per evitare non solo una sconfitta, ma anche un aggravio di costi.
Qual è stato l’esito dell’appello presentato alla Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito delle questioni sollevate.
Quali sono le conseguenze finanziarie per la persona il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma aggiuntiva di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Che cosa significa che il provvedimento è una ‘Ordinanza’?
Significa che si tratta di una decisione con cui il giudice risolve una questione procedurale, come in questo caso la valutazione preliminare sulla validità del ricorso, senza definire il merito della causa come farebbe una sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24743 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24743 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 25/12/1997
avverso la sentenza del 01/10/2024 del TRIBUNALE di FROSINONE
[dato avviso
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
r–
OSSERVA
Ritenuto che, con unico motivo, il difensore di Sokrat COGNOME censura
l’inosservanza della legge penale nella determinazione dell’ammontare della pena pecuniaria sostitutiva;
Considerato che il motivo, a tacere della sua genericità, è inammissibile
in quanto esula dai tassativi vizi di legittimità che possono essere proposti ai sensi dell’art. 448, comma
2-bis, cod. proc. pen. nel giudizio di legittimità
avverso le sentenze di applicazione della pena;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025.