LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: le conseguenze per il ricorrente

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla mancanza di elementi validi a sostegno del ricorso, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende, conformemente all’art. 616 del codice di procedura penale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze per il ricorrente

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che questo sia fondato su motivi validi e non puramente dilatori. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, sottolineando i costi che possono derivare da un’impugnazione priva di fondamento. Analizziamo insieme questo caso per capire meglio la decisione dei giudici e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un soggetto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari. Il ricorrente contestava la decisione del giudice di secondo grado, cercando di ottenere un annullamento o una riforma della stessa. La Suprema Corte, dopo aver ricevuto il ricorso e aver dato avviso alle parti, ha proceduto all’analisi preliminare della sua ammissibilità.

La Decisione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il caso in camera di consiglio e ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un gradino prima, sancendo che l’impugnazione non possiede i requisiti minimi per poter essere discussa e decisa.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua scelta evidenziando che nel caso di specie non sussistevano elementi validi per ritenere che il ricorrente non avesse agito con colpa nel determinare la causa di inammissibilità. In altre parole, il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato o basato su motivi non consentiti dalla legge.

I giudici hanno fatto riferimento a due pilastri normativi e giurisprudenziali:
1. La sentenza n. 186/2000 della Corte Costituzionale: Questo fondamentale pronunciamento stabilisce che la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è automatica, ma consegue solo quando l’inammissibilità è dovuta a colpa del ricorrente. Nel caso in esame, la Corte di Cassazione non ha ravvisato elementi per escludere tale colpa.
2. L’articolo 616 del Codice di Procedura Penale: Questa norma disciplina le conseguenze di un ricorso rigettato o dichiarato inammissibile. Prevede che la parte che ha proposto l’impugnazione venga condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma equitativamente fissata dal giudice a favore della Cassa delle ammende.

Sulla base di questi presupposti, la Corte ha concluso che la mancanza di fondamento del ricorso giustificava pienamente la declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono severe e fungono da monito. Con la dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato a due pagamenti:
* Il pagamento delle spese processuali sostenute nello specifico giudizio di Cassazione.
* Il versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione ribadisce un principio cruciale: l’accesso alla giustizia e il diritto di impugnazione devono essere esercitati con responsabilità. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche significative sanzioni economiche a carico di chi lo ha promosso senza un’adeguata valutazione della sua fondatezza.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.

Su quale base legale il ricorrente è condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna si basa sull’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, che prevede, in caso di inammissibilità del ricorso, il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Tale condanna è applicata quando, come indicato dalla Corte Costituzionale, l’inammissibilità è attribuibile a colpa del ricorrente.

Perché il ricorso in questo caso è stato ritenuto inammissibile?
Il provvedimento indica che non sussistevano elementi per ritenere che la parte avesse proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, suggerendo che i motivi del ricorso erano manifestamente infondati o non consentiti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati