Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le sue Conseguenze
L’impugnazione di una sentenza è un diritto fondamentale nel nostro ordinamento, ma deve essere esercitato nel rispetto di precise regole procedurali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un’impugnazione non supera il vaglio di ammissibilità, focalizzandoci sul concetto di ricorso inammissibile e sulle sue pesanti conseguenze economiche per chi lo propone.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine dall’impugnazione di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Salerno in data 17 settembre 2024. Un soggetto, ritenendo ingiusta tale decisione, ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione il 3 marzo 2025.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e definitiva: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. Invece di analizzare se i motivi di impugnazione fossero fondati o meno, i giudici si sono fermati a un livello preliminare, riscontrando un vizio che rendeva l’atto non idoneo a essere esaminato.
La conseguenza diretta di questa declaratoria non è stata solo la conferma implicita della sentenza impugnata, che diventa così definitiva, ma anche una condanna accessoria per il ricorrente. Quest’ultimo è stato infatti obbligato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di impugnazione temeraria o priva dei requisiti di legge.
Le Motivazioni
Il testo dell’ordinanza è sintetico e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in ambito penale, un ricorso inammissibile in Cassazione è tipicamente dovuto a vizi specifici. Le cause più comuni includono la presentazione del ricorso fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (i cosiddetti ‘vizi di legittimità’), la proposizione di censure che attengono al merito della vicenda (non consentite in sede di legittimità) o la carenza di interesse ad agire. La decisione della Corte, pur senza articolarne le ragioni, si fonda necessariamente sulla constatazione di una di queste criticità, che ha precluso l’esame della fondatezza dei motivi di doglianza.
Le Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: il diritto di impugnazione non è incondizionato. Proporre un ricorso per cassazione richiede un’attenta valutazione dei presupposti di ammissibilità, poiché un esito negativo non solo non porta alla riforma della decisione sfavorevole, ma comporta anche significative sanzioni economiche. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende agisce come deterrente contro ricorsi presentati in modo superficiale o per scopi meramente dilatori, garantendo che l’accesso al più alto grado di giudizio sia riservato a questioni di legittimità serie e fondate.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicato. La sentenza impugnata diventa quindi definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità può modificare la sentenza del grado precedente?
No, la dichiarazione di inammissibilità non modifica la decisione precedente. Al contrario, ne determina la definitività, rendendola non più impugnabile ed esecutiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23063 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23063 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 03/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a CAVA DE COGNOME il 22/09/1992
avverso la sentenza del 17/09/2024 della CORTE APPELLO di SALERNO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 36616/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato di evasione);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità, alla sussistenza d al mancato riconoscimento della causa di non punibilità prevista dall’art. 131 bis cod. pen.;
Ritenuti i motivi inammissibili perchè, da una parte, meramente riproduttivi di censure adeguatamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volti a sollecitare una diver
valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti , e, dall’altra, obiettivamente g rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano (pag. 3 e ss
sentenza impugnata e sentenza di primo grado con particolare riguardo al mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 3 marzo 2025.