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Ricorso inammissibile: le conseguenze per chi impugna

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 4 giugno 2025, dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro. L’ordinanza evidenzia le severe conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Presentare un’impugnazione alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opzione da percorrere alla leggera. Un ricorso inammissibile, ovvero un atto che non rispetta i requisiti di legge per essere esaminato, comporta conseguenze economiche significative. Un’ordinanza emessa di recente dalla Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle sanzioni previste in questi casi.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, emessa il 26 novembre 2024. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale decisione, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. Il procedimento si è concluso con un’udienza tenutasi il 4 giugno 2025, al termine della quale i giudici hanno emesso la loro decisione.

La Decisione della Corte: la Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto: la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito della questione, cioè non stabilisce se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti contestati. Piuttosto, la decisione si ferma a un livello precedente, constatando che l’atto di impugnazione non possedeva le caratteristiche tecniche e giuridiche necessarie per essere valutato. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto senza alcuna discussione sul fondo della controversia.

Le Conseguenze della Pronuncia

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità. L’ordinanza condanna esplicitamente il ricorrente a due pagamenti:
1. Il rimborso delle spese processuali sostenute dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, un ente pubblico che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere ritenuto tale per diversi motivi. Ad esempio, potrebbe essere stato presentato fuori termine, potrebbe mancare di motivi specifici di diritto come richiesto dalla legge, oppure potrebbe tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. La decisione della Corte implica che, nel caso di specie, una o più di queste carenze erano presenti, rendendo impossibile l’esame nel merito dell’impugnazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a censure precise e fondate su violazioni di legge. Un’impugnazione non adeguatamente motivata o presentata in violazione delle norme procedurali non solo non ottiene il risultato sperato, ma si traduce in un’ulteriore condanna economica per il proponente. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende serve anche come deterrente contro ricorsi presentati a scopo meramente dilatorio o senza una seria valutazione delle probabilità di successo, garantendo così il corretto funzionamento della giustizia.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Il giudice non valuta se la richiesta sia giusta o sbagliata, ma si limita a constatare che l’atto non può essere processato.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito dall’ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un ente pubblico finanziato, tra le altre cose, dalle sanzioni pecuniarie derivanti da procedimenti penali. I fondi raccolti vengono utilizzati per finanziare programmi e interventi volti al reinserimento sociale delle persone detenute.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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