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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea le severe conseguenze economiche di un ricorso inammissibile, prive di valide ragioni di esonero.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le sue Conseguenze

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma può comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, condannando un ricorrente al pagamento delle spese e a una cospicua sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 17 ottobre 2024. L’imputato, nato nel 2002, ha deciso di impugnare la decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione. Il procedimento si è concluso con l’udienza del 5 maggio 2025, durante la quale la Corte ha esaminato la fondatezza e, prima ancora, l’ammissibilità del ricorso proposto.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha messo la parola fine al percorso giudiziario dell’imputato. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle ragioni dell’appellante, ma si è fermata a un livello preliminare, riscontrando la mancanza dei presupposti necessari affinché il ricorso potesse essere esaminato. La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata duplice e di natura prettamente economica: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, il versamento di una somma di euro 3.000 in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La motivazione della condanna accessoria risiede in un principio consolidato del nostro ordinamento, volto a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate che sovraccaricano il sistema giudiziario. Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la legge presume, salvo prova contraria, una colpa del ricorrente nel promuovere un’azione giudiziaria avventata.

La Corte, nel provvedimento, richiama implicitamente il meccanismo sanzionatorio previsto dal codice di procedura penale e avallato dalla giurisprudenza costituzionale (in particolare, la sentenza della Corte Costituzionale n. 186 del 2000). Secondo questo orientamento, la condanna alla Cassa delle ammende non è una punizione per il reato oggetto del giudizio, ma una sanzione processuale per aver attivato inutilmente la macchina della giustizia di ultima istanza. Nel caso di specie, la Corte ha specificato di non aver ravvisato ‘ragioni di esonero’, confermando così l’applicazione automatica della sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito importante sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione. La dichiarazione di inammissibilità non è un evento neutro, ma un esito processuale con implicazioni pratiche e finanziarie rilevanti. Chi intende presentare ricorso deve essere consapevole che, in caso di inammissibilità e in assenza di giustificati motivi, sarà tenuto a sostenere non solo i costi del procedimento ma anche una sanzione pecuniaria significativa. Questa misura serve a tutelare l’efficienza della Corte di Cassazione, garantendo che le sue risorse siano dedicate a casi che presentano questioni di diritto meritevoli di approfondimento.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione economica prevista in questo caso?
Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro, oltre alle spese del processo.

La sanzione economica è sempre applicata in caso di ricorso inammissibile?
Sì, la sanzione è una conseguenza quasi automatica della dichiarazione di inammissibilità, a meno che la Corte non ravvisi la sussistenza di specifiche ‘ragioni di esonero’, cosa che non è avvenuta in questa circostanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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