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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione, con ordinanza 22810/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea le conseguenze economiche per il ricorrente, condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende, evidenziando i rischi di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione Costa Cara

Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede il massimo rigore tecnico-giuridico. Un ricorso inammissibile non solo chiude la porta a una revisione della sentenza, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. L’ordinanza n. 22810/2025 della Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, sanzionando il ricorrente per aver presentato un appello privo dei presupposti di legge.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Caltanissetta in data 10 ottobre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità ha preso una direzione ben diversa da quella sperata.

La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Inammissibilità

La Settima Sezione Penale, dopo aver esaminato il caso in camera di consiglio il 20 maggio 2025, ha emesso un’ordinanza perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa qualificazione tecnica significa che i giudici non sono nemmeno entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, poiché l’atto di impugnazione è stato ritenuto viziato da difetti procedurali o sostanziali così gravi da impedirne l’analisi.

Le Motivazioni della Condanna e le conseguenze del ricorso inammissibile

La parte più significativa della decisione non risiede nella dichiarazione di inammissibilità in sé, ma nelle sue dirette conseguenze economiche. Conformemente a quanto previsto dall’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, la Corte non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha condannato il ricorrente a sostenere due distinti oneri finanziari:

1. Pagamento delle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a rimborsare allo Stato tutti i costi sostenuti per la gestione del procedimento davanti alla Corte di Cassazione.
2. Versamento di una sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle Ammende. Questa non è una semplice sanzione amministrativa, ma una vera e propria sanzione pecuniaria con finalità dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

La motivazione di tale condanna risiede nella natura stessa del ricorso. Quando un’impugnazione viene giudicata inammissibile, la legge presume una colpa del ricorrente nell’aver adito la Corte Suprema senza una valida ragione giuridica, causando un dispendio di risorse pubbliche.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, deve essere esercitato con responsabilità. La decisione di presentare un ricorso in Cassazione non può essere presa alla leggera. È essenziale una valutazione approfondita da parte del difensore circa la sussistenza dei presupposti di legge per l’impugnazione, che in sede di legittimità sono estremamente rigorosi. Un ricorso inammissibile non è un tentativo a vuoto, ma un passo falso che comporta costi certi e talvolta ingenti. Questa pronuncia serve da monito: le impugnazioni temerarie o tecnicamente errate non solo non portano al risultato sperato, ma si traducono in una sicura condanna economica a carico del proponente.

Cosa comporta la dichiarazione di un ricorso inammissibile da parte della Corte di Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria nel caso specifico?
Nel caso deciso con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro.

Perché viene applicata una sanzione economica in caso di ricorso inammissibile?
La sanzione economica è prevista dalla legge (art. 616 c.p.p.) per scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati, dilatori o privi dei requisiti tecnici, che causano un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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