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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende, ritenuta equa in ragione delle questioni sollevate.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: non solo una sconfitta processuale, ma anche un costo

Quando un procedimento giudiziario giunge all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le aspettative sono alte. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare della Corte. Con una recente ordinanza, i giudici hanno ribadito le conseguenze di un ricorso inammissibile, che non si limitano alla semplice conferma della decisione precedente, ma comportano anche significative sanzioni economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Brescia nell’ottobre 2024. Il ricorrente, tramite i suoi legali, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, sollevando una serie di questioni giuridiche. Il caso è stato assegnato alla settima sezione penale della Suprema Corte per la trattazione.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza dal contenuto netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione, presa in camera di consiglio, non entra nel merito delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per il proponente del ricorso:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio di legittimità.
2. La condanna al pagamento di una somma pari a 3.000 euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Le motivazioni fornite nell’ordinanza sono estremamente concise, come spesso accade in questi casi. La Corte non spiega nel dettaglio perché il ricorso non rispettasse i requisiti di legge. Tuttavia, fornisce una giustificazione per l’importo della sanzione pecuniaria. I giudici hanno stabilito la somma di 3.000 euro ritenendola “equa” in “ragione delle questioni dedotte”. Ciò significa che la valutazione della Corte si è basata sulla natura e sulla manifesta infondatezza degli argomenti presentati nel ricorso. In pratica, un ricorso basato su motivi deboli o non pertinenti al giudizio di Cassazione può portare a una sanzione più elevata.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono chiare e fungono da monito. Proporre un ricorso in Cassazione non è una mossa priva di rischi. Se l’impugnazione viene giudicata inammissibile, oltre a vedere definitivamente confermata la condanna, il ricorrente subisce un pregiudizio economico tangibile. La condanna alle spese processuali e alla sanzione a favore della cassa delle ammende serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi futili o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza avere reali possibilità di successo. Questa decisione sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e professionale dei presupposti per adire la Suprema Corte, al fine di evitare non solo una sconfitta legale, ma anche un inutile esborso economico.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria alla cassa delle ammende.

Come viene determinato l’importo della sanzione pecuniaria?
L’importo viene stabilito dalla Corte in via equitativa. In questo caso, la somma di 3.000 euro è stata ritenuta equa in considerazione della natura delle questioni sollevate nel ricorso, suggerendo che fossero manifestamente infondate o non pertinenti.

La dichiarazione di inammissibilità equivale a una conferma della colpevolezza?
No, non direttamente. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione procedurale che impedisce alla Corte di Cassazione di riesaminare il caso. L’effetto pratico, però, è che la sentenza di condanna impugnata diventa definitiva e irrevocabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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