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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali ed economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Ordinanza della Cassazione e le Conseguenze Economiche

La presentazione di un ricorso inammissibile in Cassazione non è un’azione priva di conseguenze. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che, oltre alla delusione per la mancata revisione del caso, il ricorrente può subire significative sanzioni economiche. Analizziamo questo provvedimento per comprendere meglio le dinamiche processuali e le implicazioni per chi decide di impugnare una sentenza, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta prima di adire il giudice di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso in esame trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 9 settembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha proposto impugnazione davanti alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte, riunitasi in udienza, ha proceduto alla valutazione preliminare del ricorso, come previsto dalle norme procedurali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha posto fine al percorso processuale del ricorrente. Il Collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un vaglio preliminare sulla sussistenza dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di impugnazione. La conseguenza diretta di questa decisione è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, di una somma di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

Le conseguenze di un ricorso inammissibile

La decisione della Suprema Corte evidenzia un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’accesso alla giustizia deve avvenire nel rispetto di precise regole. Un’impugnazione che non rispetta tali regole non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche costi aggiuntivi. La condanna alle spese processuali ristora lo Stato dei costi sostenuti per la gestione del procedimento, mentre la sanzione a favore della Cassa delle ammende ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti al di fuori dei casi consentiti dalla legge.

Le motivazioni

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Afferma semplicemente che, sulla base degli atti, il ricorso deve essere dichiarato tale. Questa sinteticità è tipica dei provvedimenti della Settima Sezione Penale, che funge da ‘sezione filtro’ con il compito di vagliare rapidamente i ricorsi, scartando quelli che mancano dei presupposti di legge (ad esempio, perché i motivi non sono specifici, sono manifestamente infondati o propongono questioni di fatto non consentite in sede di legittimità). La motivazione, quindi, risiede implicitamente nella constatazione di un vizio insanabile dell’atto di impugnazione, che ne impedisce l’esame nel merito.

Le conclusioni

In conclusione, questo provvedimento, pur nella sua brevità, funge da monito. Sottolinea l’importanza di affidarsi a professionisti competenti per la redazione di un ricorso in Cassazione, un atto che richiede un’elevata specializzazione tecnica. Un’attenta analisi preliminare sulla reale ammissibilità e fondatezza dei motivi di ricorso è essenziale per evitare non solo una pronuncia sfavorevole, ma anche le significative conseguenze economiche che ne derivano, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

Chi paga le spese quando un ricorso è inammissibile?
Il provvedimento stabilisce chiaramente che la parte che ha proposto il ricorso, ovvero il ricorrente, è tenuta a pagare sia le spese del procedimento sia la sanzione pecuniaria aggiuntiva.

Quale organo ha emesso la decisione di inammissibilità?
La decisione è stata presa dalla Corte di Cassazione, Sezione Penale Settima, che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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