Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Cassazione
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un ricorso è inammissibile e quali sono le pesanti conseguenze, soprattutto economiche, per chi lo propone senza i dovuti presupposti. Questo caso dimostra l’importanza di una valutazione attenta prima di intraprendere la via dell’impugnazione finale.
I Fatti del Caso: Un Appello Respinto
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Perugia. Il ricorrente, insoddisfatto della decisione di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione per ottenere una revisione del giudizio. L’udienza per la discussione è stata fissata per il 25 giugno 2025. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato dal proponente.
La Decisione della Corte: Quando il Ricorso è Inammissibile
Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate, ovvero non stabilisce se il ricorrente avesse ragione o torto sui punti contestati. Si tratta, invece, di una valutazione preliminare che blocca l’esame della causa perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge.
Oltre alla delusione per la mancata revisione del caso, il ricorrente è stato condannato a sostenere un onere economico significativo: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, è utile ricordare quali sono le cause più comuni. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni procedurali, tra cui:
* Mancanza di motivi specifici: Il ricorso non indica chiaramente quali sono le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.
* Vizi di forma: L’atto potrebbe non rispettare i requisiti formali richiesti dal codice di procedura penale.
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini di legge.
La decisione di inammissibilità è dunque una sanzione processuale che scoraggia la presentazione di appelli infondati o puramente dilatori.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione
La declaratoria di inammissibilità rende definitiva la sentenza impugnata, chiudendo ogni ulteriore possibilità di discussione nel merito. Le implicazioni pratiche per il ricorrente sono duplici. In primo luogo, la condanna che intendeva contestare diventa irrevocabile. In secondo luogo, si aggiunge un ulteriore esborso economico, costituito dalle spese del giudizio di Cassazione e dalla sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale di affidarsi a un legale esperto che possa valutare con rigore le reali possibilità di successo di un ricorso in Cassazione, evitando così non solo un esito processuale negativo ma anche un aggravio di costi.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione riguardo al ricorso presentato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rifiutando di esaminarlo nel merito.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa significa, in generale, che un ricorso è ‘inammissibile’?
Significa che l’appello non possiede i requisiti minimi, formali o sostanziali, previsti dalla legge per poter essere esaminato da un giudice. Di conseguenza, la Corte non valuta se i motivi siano fondati o meno, ma si ferma a questa verifica preliminare.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26065 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26065 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato il 03/07/1986
avverso la sentenza del 04/06/2024 della CORTE APPELLO di PERUGIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
– che con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di Perugia ha parzialmente riformato la condanna pronunciata in primo grado dal Tribunale di Perugia,
che aveva affermato la penale responsabilità di NOME COGNOMEclasse 1986) per il reato di cui agli artt. 110, 624, 625 nn. 2, 4 e 7 cod. pen., escludendo la sussistenz
dell’aggravante di cui al n. 4;
– che il ricorso proposto in questa sede è l’esatta copia dell’impugnazione proposta dinanzi alla Corte territoriale ed è quindi fondato su argomenti che
ripropongono le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame;
per cui, non confrontandosi con le argomentate ragioni indicate nella sentenza impugnata, deve ritenersi radicalmente generico;
–
che, pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e all’inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese
processuali e al versamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 25 giugno 2025
Il Configliere estensore
Il Presidente