Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze Economiche
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase cruciale che richiede rigore e precisione. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare della Corte. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il caso di un ricorso inammissibile e, soprattutto, le pesanti conseguenze economiche che ne derivano per il proponente.
Il Caso in Esame: Una Decisione Netta
La vicenda processuale in esame si conclude con una decisione tanto breve quanto perentoria. Un soggetto, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Roma, ha proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, dopo aver ricevuto l’atto e sentita la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso semplicemente inammissibile. La decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un gradino prima, sancendo l’impossibilità di procedere con l’analisi delle doglianze sollevate.
Il Concetto di Ricorso Inammissibile in Procedura Penale
Ma cosa significa, in concreto, che un ricorso è ‘inammissibile’? Significa che l’atto di impugnazione presenta dei vizi talmente gravi da impedirne l’esame. Le cause di inammissibilità sono molteplici e definite dalla legge. Possono riguardare, ad esempio:
* Vizi di forma: l’atto potrebbe non contenere gli elementi essenziali richiesti dalla legge.
* Mancanza di motivi specifici: il ricorrente non ha indicato chiaramente e specificamente quali punti della sentenza impugnata contesta e per quali ragioni giuridiche.
* Proposizione fuori termine: il ricorso è stato depositato oltre i termini perentori previsti dalla legge.
* Mancanza di legittimazione: il soggetto che propone il ricorso non aveva il diritto di farlo.
Quando la Corte di Cassazione rileva uno di questi vizi, non può fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile, chiudendo definitivamente la porta a un’ulteriore discussione del caso.
Le Motivazioni
L’ordinanza in commento non esplicita i motivi specifici dell’inammissibilità. Tuttavia, la natura stessa di una tale pronuncia implica che i Giudici abbiano riscontrato un difetto fondamentale nell’atto di impugnazione. In questi casi, la Corte non valuta se il ricorrente abbia ragione o torto nel merito della vicenda, ma si limita a constatare che il veicolo processuale utilizzato (il ricorso) non è idoneo a trasportare le sue ragioni fino a un esame di merito. La decisione di inammissibilità è quindi una sanzione processuale che consegue alla violazione delle regole che disciplinano l’accesso al giudizio di legittimità, regole poste a garanzia della funzionalità del sistema e per evitare ricorsi dilatori o palesemente infondati.
Le Conclusioni
La conseguenza più tangibile di questa decisione è di natura economica. La Corte non si è limitata a respingere l’impugnazione, ma ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti. In primo luogo, il pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato. In secondo luogo, e ben più gravoso, il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma punitiva e dissuasiva. Serve a scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate o prive dei requisiti minimi di legge, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte. La vicenda, quindi, ci ricorda che l’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto scrupoloso delle regole processuali, pena conseguenze severe non solo sul piano giuridico, ma anche su quello economico.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che l’atto di impugnazione viene respinto senza che i giudici ne esaminino il merito, perché presenta vizi formali o sostanziali previsti dalla legge che ne impediscono la valutazione.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare sia le spese del processo sia una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico ammonta a 3.000 euro.
A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un fondo gestito dallo Stato dove confluiscono le somme derivanti da multe e sanzioni pecuniarie in ambito penale. Queste risorse vengono poi utilizzate per finanziare progetti volti al miglioramento delle infrastrutture carcerarie e al reinserimento sociale dei detenuti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25486 Anno 2025
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Penale Ord. Sez. 7 Num. 25486 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 06/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a ROMA il 17/12/1965
avverso la sentenza del 14/11/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta il vizio motivazionale
in relazione agli artt. 62
bis e 133 cod. pen., è indeducibile poiché inerente al
trattamento punitivo, benché sorretto da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive (si vedano, in particolare, pagg. 1 e
2 della sentenza impugnata sulle ragioni concernenti la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche e sulla congruità della pena inflitta secondo i
parametri dell’art. 133 cod. pen.);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con rilevato,
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 06/05/2025
Il C nsigli re Estensore