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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, confermando la definitività della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile presentato dinanzi alla Corte di Cassazione. Questo tipo di provvedimento, sebbene sintetico, è fondamentale per comprendere i meccanismi procedurali e le sanzioni previste per chi adisce la Suprema Corte senza rispettare i presupposti di legge. Analizziamo i dettagli della decisione per capire la sua portata e le implicazioni per il ricorrente.

I Fatti del Procedimento

Un soggetto, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 12 settembre 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era quello di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Il caso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Suprema Corte sul Ricorso Inammissibile

Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. Con un’ordinanza datata 6 maggio 2025, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente; il giudizio si ferma a una valutazione preliminare che ha riscontrato un vizio insanabile nell’atto di impugnazione.

Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’ordinanza, infatti, condanna il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali, ovvero i costi relativi al procedimento in Cassazione.
2. Il versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa è una sanzione pecuniaria specifica, prevista dal codice di procedura penale, volta a sanzionare l’uso improprio dello strumento del ricorso e a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una tale decisione. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), la proposizione di censure che attengono al merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità), o il mancato rispetto di termini e forme procedurali. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende si giustifica proprio come deterrente contro ricorsi che appesantiscono il sistema giudiziario senza avere una reale possibilità di accoglimento.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di un’ordinanza di ricorso inammissibile sono significative. In primo luogo, la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello di Palermo, diventa definitiva e irrevocabile. Ciò significa che la condanna o l’assoluzione contenuta in essa non può più essere messa in discussione. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico, dovendo farsi carico non solo delle spese del procedimento ma anche di una sanzione aggiuntiva. Questo caso sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica esperta che possa valutare attentamente i presupposti per un ricorso in Cassazione, evitando così esiti sfavorevoli e costi superflui.

Qual è la principale conseguenza di un ricorso dichiarato inammissibile?
La principale conseguenza è che la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. La Corte di Cassazione non esamina il merito della questione e la decisione precedente acquista piena efficacia.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende in caso di ricorso inammissibile?
Si tratta di una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari, infondati o puramente dilatori che sovraccaricano inutilmente il lavoro della Suprema Corte. I fondi raccolti sono destinati a finalità istituzionali legate al sistema penitenziario.

Cosa ha deciso specificamente la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato e, di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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