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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. A seguito di tale declaratoria, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le serie conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna in Cassazione

Presentare un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una strada priva di ostacoli. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma può comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa eventualità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 20 settembre 2024. Il ricorrente, nato nel 1985, ha deciso di impugnare tale decisione, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. Il procedimento si è concluso con l’udienza del 4 giugno 2025, durante la quale la Corte ha esaminato i presupposti di ammissibilità del ricorso.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, ha emesso una decisione netta e perentoria. Con ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria ha impedito alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermando il giudizio a una fase preliminare. La decisione non si è limitata a questo: ha comportato anche l’applicazione di sanzioni economiche a carico del proponente.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza è molto sintetica e si concentra sulle conseguenze dirette della declaratoria di inammissibilità. La Corte stabilisce che, a fronte di un ricorso che non supera il vaglio di ammissibilità, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento.

Oltre a ciò, la Corte applica una sanzione pecuniaria, condannando il ricorrente a versare la somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione non ha natura risarcitoria, ma punitiva, e serve a scoraggiare la presentazione di impugnazioni manifestamente infondate o prive dei requisiti formali richiesti dalla legge, che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Nel documento viene citato un precedente giurisprudenziale (Cass. Pen., Sez. 4, n. 50105/2023) relativo alla natura pertinenziale di un garage, suggerendo quale potesse essere l’argomento del contendere nel merito, ma tale questione non viene affrontata, proprio a causa dell’inammissibilità del ricorso.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è soggetto a regole rigorose. Un ricorso inammissibile non è un tentativo neutro, ma un atto che, se ritenuto tale, genera conseguenze negative. La condanna alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende rappresenta un deterrente economico significativo. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e ponderata prima di intraprendere l’ultimo grado di giudizio, assicurandosi che il ricorso sia fondato su motivi validi e presentato nel rispetto di tutte le norme procedurali.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non può esaminare il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di fatto, il processo si ferma prima ancora di iniziare la discussione sulle ragioni del ricorrente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, può essere obbligata a versare una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito dalla Corte.

In questo caso specifico, perché il ricorrente è stato condannato a pagare 3.000 euro?
La condanna al pagamento di euro 3.000,00 alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso. Serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare impugnazioni presentate senza un valido fondamento giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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