Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 23 maggio 2025 offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Questo tipo di decisione, sebbene concisa, sottolinea l’importanza del rispetto rigoroso dei requisiti procedurali nell’accesso alla giustizia di ultima istanza. Il caso in esame, pur nella sua semplicità, è emblematico delle sanzioni economiche che possono derivare da un’impugnazione non correttamente formulata.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 14 novembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato, poiché il suo gravame si è arenato su una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione non è entrata nel merito della questione. Con una formula sintetica ma definitiva, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione significa che i giudici non hanno valutato se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un gradino prima, rilevando la mancanza di presupposti essenziali che la legge richiede affinché la Corte possa esaminare un’impugnazione. Le ragioni di inammissibilità possono essere molteplici: la presentazione del ricorso oltre i termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale, o la proposizione di censure che in realtà mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
Le Conseguenze Economiche della Dichiarazione di Inammissibilità
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze, anzi, comporta significative sanzioni economiche a carico del ricorrente. L’ordinanza in esame dispone una duplice condanna:
1. Pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi generali legati al procedimento giudiziario.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso, l’importo è stato fissato in euro tremila. La Cassa delle ammende è un ente statale che finanzia progetti di reinserimento sociale per i detenuti. Questa sanzione ha una funzione deterrente, per scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati.
Le Motivazioni della Corte
L’ordinanza in oggetto è estremamente succinta e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Questa brevità è tipica per le decisioni che risolvono questioni procedurali in modo netto. La motivazione è implicita nella stessa decisione: il ricorso non superava il vaglio preliminare di ammissibilità, un filtro necessario per garantire che la Corte di Cassazione si concentri sulla sua funzione di garante dell’uniforme interpretazione della legge (nomofilachia), senza essere sommersa da impugnazioni dilatorie o non conformi al dettato normativo.
Conclusioni
Questo provvedimento, pur nella sua essenzialità, ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso ai gradi superiori di giudizio è subordinato al rispetto di precise regole formali e sostanziali. Un ricorso inammissibile non solo impedisce l’esame nel merito delle proprie ragioni, ma comporta anche l’applicazione di sanzioni economiche non trascurabili. Ciò evidenzia l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica qualificata, in grado di valutare attentamente i presupposti per un’efficace impugnazione dinanzi alla Suprema Corte.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito o la fondatezza del ricorso perché questo non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione.
A quanto ammonta la sanzione pecuniaria stabilita in questo caso?
Nel caso specifico deciso dall’ordinanza, la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende è stata fissata in tremila euro, oltre al pagamento delle spese processuali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23292 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23292 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 23/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME (CODICE_FISCALE nato il 12/12/1998
avverso la sentenza del 14/11/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
il ricorso di NOME COGNOME
Letto ritenuto che
l’unico motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità per il delitto di
all’art. 628 cod. pen., è generico per indeterminatezza perché privo dei requi prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto, a fronte
motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice
dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacat pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
rilevato, condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa dell ammende.
Così deciso, il 23 maggio 2025.