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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 20/01/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, evidenziando le gravi conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi delle Conseguenze Economiche

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore tecnico e argomentazioni solide. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare della Corte. Quando un’impugnazione viene giudicata priva dei requisiti essenziali, si parla di ricorso inammissibile. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare non solo il significato di questa decisione, ma soprattutto le sue significative conseguenze economiche per il cittadino.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

I fatti processuali alla base del provvedimento sono lineari. Un individuo, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel maggio 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La Settima Sezione Penale della Suprema Corte, riunitasi in camera di consiglio nel gennaio 2025, ha esaminato l’atto di impugnazione. L’esito, tuttavia, è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile, senza che i giudici entrassero nel merito della questione.

La Decisione della Suprema Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità è una decisione processuale che impedisce al giudice di valutare la fondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. In pratica, la Corte rileva un vizio preliminare così grave (ad esempio, la mancata indicazione dei motivi, la presentazione fuori termine, o la proposizione di censure non consentite in sede di legittimità) da non poter procedere oltre.

In questo caso, l’ordinanza ha stabilito due conseguenze dirette per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi che lo Stato ha sostenuto per la gestione del procedimento.
2. Condanna al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria che punisce l’aver azionato inutilmente la macchina della giustizia di ultimo grado.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza in esame sia molto sintetica e non espliciti i motivi specifici dell’inammissibilità, la logica dietro la condanna economica è chiara e consolidata. La legge prevede queste sanzioni per disincentivare la presentazione di ricorsi temerari, dilatori o palesemente infondati. Il sistema giudiziario, e in particolare la Corte di Cassazione, è gravato da un enorme carico di lavoro. I ricorsi che non rispettano le regole procedurali contribuiscono a congestionare ulteriormente il sistema, ritardando la trattazione di casi meritevoli di attenzione.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non ha una funzione risarcitoria, ma puramente sanzionatoria. Serve come monito: l’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve essere responsabile e rispettoso delle norme che ne regolano il funzionamento.

Le Conclusioni

L’analisi di questa ordinanza offre una lezione pratica fondamentale: un ricorso inammissibile non è un esito neutro, ma comporta conseguenze economiche tangibili e severe. Per il cittadino, ciò significa che la decisione di impugnare una sentenza in Cassazione deve essere attentamente ponderata, affidandosi a professionisti esperti in grado di valutare la reale sussistenza dei presupposti di legge. Tentare un’impugnazione senza solide basi giuridiche e procedurali non solo non porta al risultato sperato, ma si traduce in un’ulteriore e significativa spesa, come dimostra la condanna al pagamento di tremila euro nel caso di specie. La giustizia ha i suoi costi, e un uso improprio degli strumenti processuali li fa ricadere direttamente su chi ne abusa.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria inflitta in questo caso specifico?
Nel caso esaminato, il ricorrente è stato condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della vicenda?
No. Dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte si è fermata a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione, senza entrare nella discussione sul merito dei fatti contestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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